Mundys ha lanciato con successo il suo primo «sustainability-linked» bond per un importo di 750 milioni di euro, con scadenza a cinque anni e cedola al 4,75%, destinato a investitori istituzionali. Per la ex Atlantia, holding industriale che fa capo alla famiglia Benetton, è il primo green bond, agganciato cioè a obiettivi di sostenibilità: il principale è il dimezzamento delle emissioni proprie del gruppo entro il 2030. Un target che, se non centrato, prevede un onere finanziario aggiuntivo dello 0,75 per cento a favore dei sottoscrittori.
L’interesse per l’operazione è dimostrato dal parterre degli investitori che lo hanno richiesto, a cominciare dalla Cassa Depositi e Prestiti: al polmone finanziario controllato dal Mef fa infatti capo il 51% della Holding Reti Autostradali (Hra) che nel 2021 – in seguito alla tragedia del ponte Morandi del 14 agosto 2018 e alle vicende successive – ha rilevato l’88% del capitale di Austostrade per l’Italia (Aspi) per 8,2 miliardi proprio da Atlantia, poi ribattezzata Mundys. Tra gli altri investitori figurano il fondo sovrano della Corea del Sud, oltre ad asset manager e fondi di tutto il mondo quali Blackrock, Eurizon, Anima, Axa, Pimco, Apg investments, Pgim, Dws. Complessivamente il portafoglio ordini ha toccato i 2,2 miliardi, tre volte superiore all’offerta.
Con questo bond Mundys aumenta la quota di debito e linee di credito sostenibili oltre il 50% a livello di holding. E riduce l’ammontare di debito in scadenza nel breve termine, comprese le obbligazioni con scadenza febbraio 2025 attualmente soggette all’offerta pubblica di acquisto parziale annunciata il 15 gennaio 2024. Il nuovo «sustainability-linked bond ha ricevuto un rating (confermato) di Ba2 (da Moody’s), BB+ (S&P) e BB (Fitch).