Si infiamma il dibattito nel Pd. Come ampiamente previsto il week-end democratico si prospetta pieno di insidie. La prima arriva da 35 donne che hanno inviato una lettera ad Elly Schlein invitandola a non candidarsi alle prossime elezioni Europee.“Carissima Elly, ti scriviamo per offrirti la nostra riflessione per un Pd partito comunità che porti più donne in Europa“, si legge nella lettera in cui si spiega che la sua eventuale candidatura in tutti i collegi d’Italia sarebbe una “mannaia” per le donne del Pd che aspirano a un seggio all’europarlamento di Bruxelles.
Un tema di cui si discute da settimane, ma dopo questa missiva assume una valenza maggiore. Le femministe firmatarie del documento, pur non avendo la certezza che l’idea della candidatura abbia un reale fondamento,“non possono esimersi dall’evidenziare le molteplici conseguenze negative che questa ipotesi avrebbe sulle candidature femminili e sull’immagine complessiva del Partito Democratico”. Alle democratiche non piace “una scelta che sembrerebbe rincorrere il leaderismo della destra di Giorgia Meloni” e che andrebbe “in contrasto con l’etica femminista della responsabilità”, dato che Elly Schlein correrebbe “per un ruolo che poi non potrà esercitare effettivamente”. Verrebbe dunque meno “il rispetto del voto degli elettori e della dignità delle assemblee elettive”.
Le femministe dem ritengono molto grave anche spostare lo scontro politico “dal piano dei valori e dei contenuti al riduttivo piano di una contesa “rosa” che nulla ha a che fare con la nostra visione di società e di Europa“. Infine, la lettera affronta il tema delle “conseguenze concrete sulle candidature femminili”. Visti i precedenti “è un dato di fatto che proprio la candidatura della prima segretaria del Pd, specie se plurima, determinerebbe il paradosso di costituire una mannaia per il meccanismo della parità di genere in sede elettorale, comprimendo la possibilità concreta per le nostre candidate di essere elette”. Secondo le democratiche non si può “correre il rischio di portare meno donne nel Parlamento europeo proprio quando alla guida del Pd c’è una donna e una donna femminista”.
Ecco, dunque, arrivare l’appello finale diretto alla segretaria del Pd: “Elly, tu rappresenti già il riferimento pubblico per il Partito Democratico e la tua indubbia attrattività elettorale può essere generosamente spesa in misura più compiuta affiancando nella disputa elettorale le candidature delle donne e degli uomini espressione dei territori”.