La svolta woke di Apple: ecco la nuova opzione per i pronomi “corretti”

(Foto: unsplash.com/einfachlaurenz)

La nuova religione woke è così pervasiva che ormai è impossibile stupirsi di qualcosa. Sempre più aziende e realtà si stanno piegando ai diktat del politicamente corretto e delle sue varie declinazioni. L’ultima svolta gradita ai “risvegliati” è quella firmata da Apple: l’ultimo aggiornamento di iOS prevede l’opzione di inserire in un apposito campo i pronomi “corretti” They/Them. Il trionfo della comunità arcobaleno, ma anche la mortificazione del buon senso.

Il nuovo indirizzo di Apple ha mandato su tutte le furie diversi utenti, che non hanno nascosto il loro disappunto sui social network. La maggior parte di consumatori hanno stroncato la funzionalità bollandola come “non necessaria” e come “un aggiornamento sprecato”. Le lamentele per la svolta woke sono molte e uno dei commenti diventati virali chiama in causa il fondatore del colosso statunitense:Steve Jobs morirebbe di nuovo se vedesse cosa sta succedendo”.

Tra serio e faceto, le critiche chiamano in causa anche altre realtà che hanno sposato la linea corretta, sottolineando il fallimento (economico e non) di certe politiche. C’è persino chi ha minacciato di non utilizzare più un iPhone, ma nella maggior parte dei casi si tratta di critiche pungenti. Molte di queste, inoltre, sono scaturite da un misunderstanding. L’aggiornamento consente al possessore dell’apparecchio di aggiungere pronomi ai contatti della rubrica: i pronomi di chi telefona verrebbero visualizzati solo se l’utente avesse scelto di aggiungerli. Sul web c’è chi ha affermato di non accettare chiamate da chiunque utilizzi la (presunta) nuova funzionalità: “Non appena vedo qualcuno elencare i suoi pronomi nella biografia, da parte mia è un no”. E ancora:“La nuova funzione rende facile decidere da chi rifiutare le chiamate, a dire il vero”.

Tuttavia, secondo molti questo cambiamento che strizza l’occhio al mondo dei risvegliati rappresenterebbe la goccia che ha fatto traboccare il vaso: il rischio per Apple è quello di dover fronteggiare delle vere e proprie campagne di boicottaggio in rete, come del resto già capitato negli scorsi mesi (basti pensare al caso Bud Light). Anche perché non è la prima volta che l’azienda statunitense finisce nella bufera per simili motivi. Circa un anno fa, Apple finì nel mirino dei possessori di iPhone per aver lanciato una funzionalità che rallentava la ricarica quando non veniva utilizzata “energia pulita”: un processo sì sostenibile ma frutto dell’esigenza di dover soddisfare le pretese dei talebani del green.

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