Elly tace sullo scandalo mazzette Pd

L'ultima follia della Schlein: un sit-in per difendere il giornalismo fazioso

L’incantesimo si compie. Elly Schlein riscopre il garantismo. L’inchiesta della Procura di Napoli che accende i riflettori su un presunto giro di appalti pilotati in cambio di mazzette in tre regioni, Campania, Puglia e Calabria, ammutolisce i vertici del Pd. La sinistra, sempre pronta ad aprire il fuoco al minimo sospetto, sta ora buona a cuccia. L’8 gennaio scorso Schlein tuonava: «Il ministro Salvini deve venire in Aula a riferire sull’inchiesta che coinvolge il fratello della compagna Francesca». Strano che ora la stessa Schlein decida di non commentare lo spaccato criminale che emerge dalle carte dei giudici napoletani e che riguarda dirigenti del proprio partito.

In manette sono finiti uomini del Pd: Nicola Oddati, ex capo della segreteria politica di Nicola Zingaretti, Vincenzo Figliolia, ex sindaco Pd di Pozzuoli, Sebastiano Romeo, ex capogruppo Pd in Consiglio regionale in Calabria e candidato alla segreteria provinciale di Reggio Calabria, Luciano Santoro, ex assessore comunale di Taranto del Pd. Mezza classe dirigente del Pd al Sud viene travolta dall’inchiesta dei pm napoletani e la segretaria preferisce parlare di fascismo e saluti romani. Eppure, leggendo le trecento pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, che ha fatto scattare le manette a 12 persone, tra politici e dirigenti pubblici, emerge un quadro spietato. Dove – scrivono i giudici «l’attività pubblica veniva piegata agli interessi personali». C’è un episodio, raccontato nell’ordinanza, che più di tutti dà la cifra della spregiudicatezza dei politici Pd: le mazzette venivano scambiate secondo quanto ricostruiscono i magistrati nella sede ufficiale della Regione Campania. È tutto riportato a pagina 29 dell’ordinanza: Oddati, l’ex fedelissimo di Zingaretti, avrebbe incontrato nella sede della Regione Campania in via Poli n. 29 a Roma un imprenditore beneficiato da alcuni appalti. È l’11 gennaio 2022, Oddati, all’epoca era appena stato nominato responsabile nazionale delle Agorà del Pd, quando all’uscita della sede istituzionale della Regione viene trovato con 14mila euro in contanti nello zainetto. Per i pm sono «i soldi delle mazzette». L’uomo di Zingaretti – secondo i pm non si accontenta solo di soldi ma chiede anche abiti sartoriali, auto in noleggio, lavori di ristrutturazione per la casa della fidanzata. Un quadro desolante, su cui il Pd punta a far cadere il silenzio. E resta zitto anche il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che a Oddati ha affidato le chiavi della sede della Regione a Roma dove sarebbe avvenuto lo scambio di mazzette. E proprio De Luca viene citato a pagina 129. È il sindaco di Pozzuoli Figliolia che riferendosi a De Luca dice: «È un signore». Il perché dovrebbe spiegarlo il governatore.

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