“Decida…”. Anche Gruber sbotta per la melina di Schlein

"Decida una volta per tutte". Anche Gruber sbotta per la melina di Schlein

Dopo numerose sconfitte alle urne e infiniti inciampi Elly Schlein è riuscita a raggiungere un nuovo obiettivo che potrà vantare e che si aggiungerà così al lungo elenco di situazioni create da quando è alla guida del Pd. Persino Lilli Gruber ha sbottato di fronte alle incertezze del segretario dem, alle prese con il nodo candidatura in vista delle prossime elezioni europee: scendere in campo da protagonista o non prendere parte alla corsa? Giugno si avvicina ma Elly non ha ancora deciso quale strada intraprendere. Nulla di nuovo, visto che la melina e i tentennamenti sono stati gli elementi che fin da subito hanno connotato la sua esperienza al Nazareno.

La conduttrice di Otto e mezzo, programma in onda su La7, ha interpellato Andrea Orlando sulla questione che da giorni sta animando il dibattito all’interno del Pd. Il deputato dem ha provato a sviare il tema invitando a concentrarsi sulle drammatiche conseguenze che rischiano di riversarsi sul mondo nell’ambito della pericolosa escalation nel Mar Rosso, ma è stata Gruber a interromperlo senza pensarci due volte e a metterlo di fronte a un’amara realtà: “Il suo partito da settimane discute di una cosa dove il segretario non decide e non ci dice“.

Certamente nella scala delle priorità di importanza internazionale svetta la minaccia di un allargamento del conflitto, ma questo non può sotterrare affatto una domanda sulle solite indecisioni di Schlein. Anche perché, come fatto notare da Gruber, è lo stesso Partito democratico che si sta addentrando nella discussione tra l’altro spaccandosi (ancora una volta) tra favorevoli e contrari. “Chiedete alla vostra segretaria di decidere una volta per tutte e non si discute più…“, è stata la bordata della conduttrice della trasmissione televisiva.

Dunque Gruber, alla luce della mancanza di una scelta e di una presa di posizione chiara, ha ritenuto opportuno rivolgere la domanda su un fronte che riguarda direttamente Schlein. Che, va ricordato, punta ad affermarsi come leader dell’opposizione senza però poter contare su un elemento fondamentale: la chiarezza. Tra difficoltà di comunicazione, divisioni interne e ripetute disfatte alle urne, per il Pd si prospettano tempi tutt’altro che gioiosi.

Gli alibi e le attenuanti sono terminati: alle elezioni europee Schlein non potrà sottrarsi alle proprie responsabilità. Un responso al di sotto della soglia psicologica del 20% sarebbe una debacle: la minoranza interna metterebbe nel mirino Elly che, in caso di esito assai negativo, potrebbe lasciare il posto all’ennesimo nuovo segretario. I riformisti e i cattolici sono in sofferenza, gli elettori sono disorientati, Schlein è nella palude dell’incertezza. Un mix nocivo per il Partito democratico.

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