La transizione ecologica si è fermata a Chicago. Le immagini che arrivano dagli Stati Uniti raccontano un nuovo cortocircuito della rivoluzione green: file di auto elettriche immobili alle colonnine, inchiodate allo zero per cento di autonomia. Colpa dell’ondata di gelo che ha investito l’Illinois, con temperature precipitate fino ai 18 gradi sottozero, che ha reso impossibile la ricarica di numerose vetture elettriche. «Abbiamo un mucchio di cadaveri di robot qui fuori», riportano da Fox News. Molteplici proprietari di Tesla, un identico (poco lieto) fine: impossibile il riavvio delle auto rimaste al freddo per ore. Tutto questo perché per immagazzinare al meglio l’energia dei supercharger, le batterie devono raggiungere una certa temperatura. Se non riescono a farlo possono restare a terra o caricarsi troppo lentamente.
Impossibile allora immaginare che questo possa accadere con temperature che gelano l’acqua in un sospiro. Per dirla con le parole della professoressa Anna Stefanopoulou, docente di ingegneria meccanica all’università del Michigan, «Le auto sono come gli umani: amano stare al caldo».
Altro scenario, stesso risultato: a inizio anno oltre 130 bus pubblici di Oslo sono rimasti ai box, bloccati dalle rigide temperature dell’inverno scandinavo. E, anche qui, era un problema di ghiaccio. Ma non di quello sulle strade. Qualcuno ha addirittura suggerito di ovviare alle difficoltà di riscaldamento interno dei bus installando dei bruciatori a gasolio. Un danno oltre alla beffa: significherebbe andare contro l’obiettivo di emissioni zero che la città si è proposta di raggiungere già entro quest’anno per tutti i suoi trasporti pubblici.
Un recente studio pubblicato da Recurrent – specializzato nell’analisi delle performance delle batterie dei veicoli elettrici – ha dimostrato una perdita dell’autonomia delle vetture intorno al 30% a zero gradi centigradi. In cifre, una vettura che in condizioni normali può percorrere 400 chilometri, di colpo arriva a perderne fino a 120. «La soluzione non è il bianco e nemmeno il nero – spiega ancora la Stefanopoulou – perché decarbonizzarsi completamente non è facile anche se ci stiamo lavorando duramente». Come al solito: la sostenibilità green piace a tutti, finché non ci tocca nel quotidiano. Soprattutto, non possiamo illuderci che avvenga con un colpo di bacchetta. E allora eccoci arrivati al paradosso dei paradossi: ci si batte contro il surriscaldamento climatico, si incentiva l’acquisto di veicoli a zero emissioni, si rinnova il parco auto, poi un’ondata di gelo polare ci lascia a piedi. Per ora la transizione ecologica è meglio farla al caldo.