Sabato 13 gennaio, meno di 24 ore prima che Giovanna Pedretti si togliesse la vita, i carabinieri di Sant’Angelo Lodigiano l’avevano chiamata in caserma per farle qualche domanda in merito all’ormai nota recensione su internet. Il colloquio è avvenuto nel pomeriggio ed è durato pochi minuti, in quando i carabinieri non avevano molte domande da porre alla donna, che, sottolineano nella nota i militari, è stata convocata come “potenziale vittima” del reato di “propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa“.
Durante l’incontro, spiegano i carabinieri, la signora “confermava il contenuto della recensione, ma non era in grado di fornire ulteriori dettagli sull’identità del cliente“. Pare che quella recensione, stando a quanto riferito dalla donna, fosse effettivamente stata lasciata dal cliente occasionale, ma non negli ultimi ultimi giorni, bensì ad aprile 2023. Solo quando quell’uomo, del quale non sono state fornite informazioni utili per la sua identificazione, è tornato al ristorante, la donna avrebbe ricordato di avere lo screenshot nel telefono e avrebbe usato il “programmino” per trasformare la sua risposta e la recensione in un testo unico. Il marito, che l’ha accompagnata dai carabinieri ha affermato che lo screenshot originale esiste ed è nel telefono della donna. Pedretti usava due smartphone, uno è stato ritrovato nei pressi dell’auto, vicino all’argine del fiume, l’altro è finito in acqua con lei.
Oggi è stata eseguita l’autopsia sul corpo della donna e nelle indagini pre-esame sono state evidenziate numerose ferite sul suo corpo. Non solo ai polsi, che pare si sia tagliata da sola, ma anche a un braccio, al collo e a una gamba. La causa della morte non è stata ancora identificata e sono varie le l’ipotesi che vengono fatte, dall’assideramento a causa dell’acqua gelida del fiume all’annegamento, passando per le ferite.
Il caso sarebbe partito proprio dalla recensione e dall’ipotesi che potesse non essere reale ma inventata dalla stessa ristoratrice per qualche cliente in più. Clienti che, tuttavia, non erano necessari alla donna, visto che pare i suoi affari andassero piuttosto bene. “Non è accettabile che imprenditori e lavoratori della ricettività, impegnati nel lavoro 365 giorni l’anno nel difficile lavoro dell’accoglienza, siano alla mercé di ‘impazienza o altre estemporanee emozioni di clienti che poi sfogano sul web stroncando il lavoro altrui. In origine le recensioni sono nate per fornire consigli, oggi sono una giungla che va regolamentata“, ha dichiarato Barbara Mazzali, assessore a Turismo, Moda e Marketing territoriale di Regione Lombardia.