Un fascicolo conoscitivo, senza ipotesi di reato né indagati, per verificare se ci siano elementi per una effettiva riapertura delle indagini. Il primo passo sul caso irrisolto dell’omicidio di Fausto e Iaio lo ha fatto la Procura guidata da Marcello Viola. Il nuovo fascicolo è stato aperto dopo la lettera inviata nei mesi scorsi dal sindaco Giuseppe Sala al procuratore, nella quale presentava richiesta formale perché l’inchiesta venga riaperta. Viola ha affidato gli accertamenti ai pm Francesca Crupi e Leonardo Lesti, del dipartimento antiterrorismo.
Tuttavia per riaprire le indagini, archiviate negli anni scorsi senza che siano stati individuati i responsabili dell’omicidio, sono necessari nuovi elementi che portino a una istanza formale da parte dei pm da inoltrare all’ufficio gip. Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, conosciuti come Fausto e Iaio, vennero uccisi il 18 marzo 1978 nei pressi del centro sociale Leoncavallo. L’ultima inchiesta milanese era stata archiviata dal gip Clementina Forleo nel dicembre del 2000. La decisione di uccidere i giovani leoncavallini, aveva spiegato il giudice accogliendo l’istanza del pm Stefano Dambruoso, maturò nell’ambiente dell’estrema destra.
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha espresso «soddisfazione per la notizia dell’apertura da parte della Procura di Milano di un nuovo fascicolo sul caso dell’omicidio irrisolto di Fausto e Iaio». La Russa, sottolinea una nota, nel giorno del suo insediamento a Palazzo Madama «aveva ricordato oltre all’ispettore Calabresi e Sergio Ramelli, proprio i due militanti del Leoncavallo uccisi nel 1978». L’auspicio del presidente è che «dopo tanti, troppi anni, finalmente si possa rendere giustizia a questi ragazzi». Davide Steccanella, avvocato ed esperto degli Anni di piombo, parla invece di «indagine demagogica». Spiega il legale all’Agi: una iniziativa «un po’ demagogica, se in assenza di fatti nuovi» e «destinata a finire nel nulla, per quanto lodevole dal punto di vista storico perché non si è mai riusciti a individuare gli autori dell’omicidio». Nel ricostruire la vicenda giudiziaria, Steccanella ricorda: «Umberto Gay, giornalista di Radio Popolare, svolgerà una controinchiesta i cui indizi portavano all’area romana intorno ai Nar, ma l’indagine verrà archiviata il 6 dicembre 2000 dalla gip di Milano, Clementina Forleo».
È stato il consigliere comunale del Pd, Rosario Pantaleo, in Consiglio nei giorni scorsi a parlare della richiesta di Sala arrivata dopo che l’aula aveva votato il 29 maggio scorso una mozione presentata dallo stesso Pantaleo che chiedeva appunto di rivolgersi alla Procura.