Chi ben comincia è a metà dell’opera, si dice, ma per Roberto Mancini la situazione non è proprio la stessa: anche se sul campo l’Arabia Saudita ha vinto al sesto minuto di recupero la prima gara in Coppa d’Asia contro l’Oman (2-1 in rimonta), sono molto pesanti le accuse mosse nei suoi confronti, fuori dal campo, da una leggenda del calcio saudita ed ex capitano della Nazionale con 108 presente e 42 gol segnati, Yasser Al-Qahtani, per l’esclusione di alcuni calciatori.
L’attacco a Mancini
L’ex calciatore di 42 anni, adesso spesso commentatore di gare, è intervenuto duramente nei confronti del ct italiano in un’intervista dell’emittente Bein Sports, multinazionale di canali sportivi del Qatar. “Non ho mai visto un allenatore così codardo, per quanto la nostra Nazionale sia abituata a continui alti e bassi”, ha dichiarato Al-Qahtani accusando platealmente Mancini di essere poco sincero anche con i media locali. Ma cos’è successo esattamente? Il riferimento è a quanto accaduto nelle scorse settimane quando l’allenatore italiano aveva accusato platealmente sei calciatori della Nazionale di non aver voluto indossare la maglia. “È una persona irrispettosa che non merita di guidare questa squadra. Non ci sono prove, ma ha scelto un momento ad hoc per rivelare l’incontro con Al-Ghannam, che era avvenuto almeno un mese prima”.
Nel caso specifico c’erano alcuni calciatori che non volevano impegnarsi nelle amichevoli mentre altri avrebbero preteso la maglia da titolare, tutte motivazioni che hanno portato Mancini a mettere con le spalle al muro i suoi uomini dicendogli di prendersi le loro responsabilità. Il problema nasce, però, che le accuse non sono rimaste negli spogliatoi ma fatte a mezzo stampa. “Un leader dovrebbe proteggere i suoi giocatori, non accusarli, muovendo gravi accuse a dispetto del loro patriottismo. Ha abbandonato degli atleti che hanno dato tanto al calcio saudita”, ha incalzato Al-Qahtani.
Il messaggio subliminale
Mancini, nelle scorse settimane, aveva dichiarato che nella sua carriera non era mai capitato che un calciatore decidesse cosa o non cosa fare. “Nessun giocatore decide per me quando giocare e quando non giocare, questo lo decido io. Rispetto le decisioni di ciascuno ma non li chiamerò più”, si legge sul Corriere che ha riportato l’episodio che ha visto sul banco degli imputati Al Aqidi, il portiere della Nazionale. “Prima ha accettato la convocazione poi ha rinunciato. Ci siamo parlati e ha detto che sarebbe rimasto con noi. Due giorni fa ha però confidato al preparatore dei portieri che se non fosse partito titolare se ne sarebbe andato. Io non mi spiego questo atteggiamento”.
Tutto questo sconquasso, però, secondo l’ex calciatore Al-Qahtani è stato scelto ad hoc da Mancini perché non vorrebbe più rimanere, a lungo, sulla panchina saudita. “Ma è evidente: vuole andare via ma sta provando a ottenere la clausola rescissoria. Voglio un’indagine seria su questa storia, per accertare come siano andate realmente le cose”.