I segni sul corpo e l’acqua del fiume: così è morta Giovanna Pedretti

I segni sul corpo e l’acqua del fiume: così è morta Giovanna Pedretti

Alle 4 del mattino di domenica, Giovanna Pedretti ha lasciato la sua abitazione di Sant’Angelo Lodigiano. Non era la prima volta che capitava, già altre volte nelle notti insonni prendeva l’auto e percorreva quel chilometro scarso che separava la sua casa dall’argine del fiume Lambro. Per questa ragione il marito non si è preoccupato nell’immediato e ha dato l’allarme solo qualche ora dopo. Oggi è stata effettuata l’autopsia sul corpo della donna e i risultati sono stati quelli già ipotizzati nelle ore precedenti dagli inquirenti, che davano ormai per scontata l’ipotesi del suicidio.

Un finale tragico del quale però non si sa ancora molto. Gli esami autoptici hanno riscontrato nel corpo della donna diverse ferite oltre a quelle sui polsi. Alcuni tagli sono stati individuati sulle braccia, sulle gambe e sul collo della donna, che avrebbe usato una lama quando ancora si trovava nella sua auto, parcheggiata poco distante da dove poi è stato ritrovato il corpo. Si sarebbe poi immersa nelle gelide acque del fiume Lambro, dove sarebbe morta per annegamento. Questa è la prima risultanza dell’autopsia che si è svolta nel pomeriggio nell’Istituto di Medicina Legale di Pavia. Non è da escludere che prima abbia perso i sensi, indebolita dalle ferite e dal freddo, che non sono comunque state la causa primaria di morte della donna.

Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo per istigazione al suicidio contro ignoti, un atto dovuto per compiere i necessari approfondimenti tecnici sul telefono della ristoratrice, che nei giorni precedenti alla morte era finita al centro della bufera mediatica per una recensione che alcuni debunker avevano bollato come falsa. Il sabato prima di togliersi la vita, Pedretti si era recata presso la locale caserma dei carabinieri, che l’hanno ascoltata come “potenziale vittima” per la recensione falsa. A loro la donna ha confermato che la recensione fosse vera e risaliva ad aprile 2023.

Ma non ha saputo dare ulteriori informazioni sull’identità dell’uomo che l’avrebbe lasciata. La sua esistenza è stata confermata anche dal marito, che ai carabinieri ha spiegato che quello screenshot si trova nello smartphone della donna. Uno dei due telefoni da lei utilizzati è stato rinvenuto nell’auto, mentre l’altro è finito in acqua con lei. Solo le indagini tecniche saranno in grado di ricostruire quanto accaduto nelle ore precedenti il suicidio e in questo un grande aiuto lo fornirà Google, al quale la procura ha chiesto traccia della recensione.

Leave a comment

Your email address will not be published.