Ieri giornata di lutto per i forcaioli. Il rispetto per la Costituzione sulla ragionevole durata dei processi e sulle garanzie degli imputati tornano in Parlamento e nelle aule di giustizia dopo essere state accantonate dalle riforme forcaiole targate Cinque Stelle e Pd, mentre gli 007 del ministero della Giustizia passano al setaccio 13 Procure per capire se (come teme il Guardasigilli Carlo Nordio) durante le conferenze stampa su alcune indagini è stato davvero calpestata la segretezza degli atti istruttori e il rispetto della presunzione d’innocenza, stabilito dalla Carta e dalla riforma Cartabia.
Facciamo un po’ d’ordine. Capitolo prescrizione; ieri la maggioranza ha approvato alla Camera la riforma della prescrizione. Sarà possibile sospenderla solo per 24 mesi dopo la sentenza di condanna in primo grado e solo per 12 mesi dopo la conferma della condanna in appello. «Archiviata l’infausta stagione pentastellata degli imputati e degli indagati a vita», gongola il sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro. Che in aula, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, rivela che gli ispettori di Via Arenula da settembre monitorano 13 Procure (Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Latina, Torino, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Vercelli) su alcune inchieste in corso.
Insorge il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli: «Delmastro vuole mettere il bavaglio alle Procure, inopportuno parli visto che il sottosegretario è stato rinviato a giudizio per violazione del segreto d’ufficio» dopo le rivelazioni al collega di partito Giovanni Donzelli sul 41bis per il caso dell’anarchico Alfredo Cospito. Di bavaglio ai giornalisti parla anche il presidente della Fnsi Carlo Bartoli: «L’emendamento firmato da Enrico Costa di Azione che limita la pubblicazione di atti di indagine da parte dei giornalisti non risponde ai dettami della Direttiva Ue sulla presunzione di innocenza e della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo». Pd e M5s inseguono a ruota il sindacato dei giornalisti, di tutt’altro avviso Pierluigi Roesler Franz, decano dei giornalisti d’inchiesta e fondatore del sindacato Figec: «È una tesi pretestuosa. Altro che incostituzionale, questa norma vincola al rispetto degli articoli 21 e 27 della Carta al rispetto della presunzione di non colpevolezza e al diritto dei cittadini ad essere correttamente e compiutamente informati».
Ma è sulla prescrizione che l’opposizione sbraita maggiormente, col Pd che vagheggia il caos nei tribunali e un rischio stallo per il Pnrr. «Giustizia più lenta e farraginosa, è un favore ai comitati d’affari e ai colletti bianchi», dicono i grillini, che si accontentano di un trucchetto: non passa un loro emendamento trappola che prevedeva di far decorrere la prescrizione dall’iscrizione della notizia di reato, non più dal fatto in sé, come vorrebbe il Guardasigilli.
Intanto presto potrebbe tornare in Parlamento l’ipotesi dei test attitudinali per la valutazione dei magistrati, come vorrebbe Pierantonio Zanettin di Forza Italia. Intanto mette le mani avanti il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, ascoltato ieri: «Sbagliato valutare i magistrati dai singoli procedimenti». E sulla riforma della magistratura alle 15 è attesa l’audizione del Procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri in commissione Giustizia alla Camera. Ne sentiremo delle belle.