Bologna, Giappone. Il capoluogo emiliano è diventato una delle piazze più interessanti in Italia per la cucina del Sol Levante, e questo grazie a un gruppo di persone tutte italiane. Che con il marchio Sentaku hanno creato un concept fortemente identitario, che si propone di portare nel nostro Paese il vero modo di mangiare giapponese, al di là di certi cliché minimali e di una “sushitudine” che chiunque abbia avuto l’occasione di visitare Tokyo ha potuto costatare non rappresenti in nessun modo la cultura gastronomica locale.
I bolognesi conoscono Sentaku per il Ramen Bar, il locale che ha intercettato la rivoluzione culturale che negli ultimi anni ha interessato in Giappone quello che è il vero piatto nazionale e multiregionale del Paese, un fertile abbinamento tra la tare (l’insaporitore), il brodo (di pollo, di maiale, vegetale), gli spaghetti di grano e i vari “topping”. Il locale di Claudio Alessandro Musiani, aperto nel 2017, ha subito convinto i bolognesi, che si mettono in fila anche alle 18,45 per accaparrarsi una scodella (qui non si prenota, come accade di solito in Giappone).
Poi ecco il nuovo passo in avanti: l’apertura, a dicembre scorso, del Sentaku Izakaya, nel cuore del Quadrilatero felsineo. Un locale che vuole riprodurre la vera esperienza “izakaya” giapponese, parola questa formata dalla fusione a freddo di “i” (sedersi), “saka” (bevanda alcolica) e “ya” (negozio). Un luogo in cui andare a bere dopo il lavoro per rilassarsi, che fa parte delle abitudini delle metropoli giapponesi, dove dopo una giornata di lavoro stakanovista i colleghi si ritrovano a slacciarsi la cravatta e raccontarsi un poco di vita davanti a un bicchiere, spesso invitati (e talora… costretti) dal capo.
A Bologna naturalmente nessuno fa mobbing alcolico, ma l’idea resta quella di garantire un momento di decompressione post-lavoro con piatti autentici giapponesi e quindi spesso sconosciuti ai palati di chi non va oltre gli uramaki: ecco quindi il Karifurawa, pezzi di cavolfiore marinato al forno con salsa, ecco i Korokke, delle polpettine di patate fritte e accompagnate da verdure, cavolo e salsa tonkatsu, ecco il Nasu Bao, un panino al vapore con melanzana glassata e carota, il Chashu Bao, con maiale, cetriolo sottaceto, cavolo julienne e senape. Magnifiche le alette di pollo marinate e glassate in salsa homemade con pepe sansyo (Nagoya Tebasaki), per mangiare le quali vengono serviti dei guantini neri. Ecco ancora il Sake handroll, un battuto di salmone marinato e glassato con riso e foglie di nori (c’è anche la versione Hamachi con ricciola).
Da bere i cocktail creati da Valentino Creatura, un bartender di origini pugliesi che ha trovato successo a Londra e a Barcellona. Il Nippo’s Champagne unisce al metodo classico del kombucha ai lamponi, acqua di rose, vodka e una soluzione citrica, mentre il Paloma ha base tequila con infuso al coriandolo, prugna, pompelmo e una soluzione citrica. “Vogliamo offrire un’esperienza giapponese completa e davvero autentica per la città, che possa partire dall’Izakaya e terminare al Ramen Bar o viceversa”, dice Musiani. “Puntiamo molto sulla qualità, la preparazione e la ricerca sia per i nostri piatti sia per i drink. Il nostro obiettivo è creare un locale in cui le persone amino trascorrere il tempo libero e dove si possa respirare fino in fondo la cultura che trasuda dalle atmosfere giapponesi”, aggiunge Nicolò Ribuffo, che di Musiani è socio in questa nuova avventura.
Sentaku Izakaya, via Marchesana 6, tel. 0514856974. Chiuso il lunedì, gli altri giorni aperto solo la sera
Sentaku Ramen Bar, via delle Lame 47c, tel. 0514982544. Chiuso il lunedì, gli altri giorni aperto solo la sera, sabato e domenica anche a pranzo