La riforma della prescrizione è stata approvata alla Camera con 173 sì e 79 no. Ora il testo passa in Senato. Il provvedimento prevede una nuova sospensione della prescrizione dopo la sentenza di condanna di primo grado, per un massimo di due anni, e dopo la sentenza di appello che conferma la condanna di primo grado per un massimo di un anno.
Al termine della votazione il deputato di Azione Enrico Costa, relatore della riforma, ha espresso la sua soddisfazione per il traguardo raggiunto. Il deputato centrista ha criticato la legge “spazzacorrotti” approvata durante il governo giallorosso che proponeva processi che “non finivano mai” e ha sottolineato anche la necessità di tutelare il principio della presunzione d’innocenza. Il nuovo provvedimento, ha assicurato Costa, darà maggiore “equilibrio” e garantirà ai processi “tempi certi”.
Mentre era in corso la discussione in Aula hanno destato scalpore le parole del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro che aveva esultato anzitempo: “Abbiamo archiviato in un colpo solo non solo l’infausta stagione pentastellata che aveva disegnato un universo concentrazionario di indagati e imputati a vita, ma anche l’improcedibilità in appello che, con il complice voto di Pd e M5s, avrebbe rottamato i processi di più grave allarme sociale”. Queste parole hanno provocato l’indignazione del gruppo Pd della Camera che ha parlato di “scorrettezza” di Delmastro per aver dato come approvata una riforma che, in realtà, era ancora in votazione. La deputata Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd, è intervenuta in Aula commentando:“Forse al sottosegretario è partito un colpo a salve…”. Nel corso delle votazioni sono stati bocciati sia la richiesta delle opposizioni giallorosse di rinviare in commissione la riforma della prescrizione sia gli emendamenti con prevedevano una norma transitoria come chiedevano i presidenti delle Corti di Appello.
Respinto anche l’emendamento del Pd che riproponeva di fatto la legge Orlando. “Ora non hanno più scuse la loro dichiarazione di voler tornare alla nostra riforma che precedeva quella di Bonafede era evidentemente non veritiera”, ha detto Federico Gianassi, capogruppo del Pd in Commissione giustizia alla Camera. Un emendamento sul quale il centrosinistra si è spaccato: contrario il M5S, mentre il deputato di Avs Devis Dori ha votato a favore. Il co-relatore Andrea Pellicini ha replicato così a Gianassi: “Il fatto è che la nostra proposta di legge è migliorativa della legge Orlando perché prevede anche che, quando la sentenza d’appello non intervenga nel tempo previsto, questo tempo si calcolerà comunque ai fini della prescrizione”.
“La riforma della prescrizione vuole dare certezza dei tempi di giustizia e ripristina un fondamento dello Stato di diritto”, dice in una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti. “Fratelli d’Italia ha sempre ritenuto inconcepibile un sistema giudiziario basato sul principio del ‘fine processo mai’ che avrebbe avuto il solo risultato di produrre indagati o imputati a vita. Finalmente si seppellisce una volta per tutte la ricetta ‘bonafediana’, sostenuta da M5s-Pd, volta ad alterare in modo inopinato le regole del giusto processo, così alterando il rapporto tra la giustizia e il cittadino, relegando quest’ultimo a suddito. Continuiamo ad essere convinti, invece, che i processi debbano portare ad una sentenza definitiva in tempi ragionevoli”.