Il Sud torna protagonista della battaglia politica. Repubblica accusa la Meloni di aver abbandonato il sud e fa da grancassa al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca che attacca ad alzo zero il ministro per gli Affari europei e le politiche di coesione, Raffaele Fitto. A detta del governatore dem il ministro sarebbe colpevole di aver tagliato i fondi (di sviluppo e coesione) destinati alle regioni meridionali. Insomma il Sud sarebbe la vittima di questo governo a sentire il governatore campano e i giornali che in questi giorni si dispongono a fare da grancassa alle sue accuse. D’altronde la campagna elettorale è già iniziata. E tutto fa brodo, pare.
Anche una (per il momento soltanto promessa) denuncia «per atti di omissione nell’assegnazione dei Fondi di sviluppo e coesione».Il nostro Mezzogiorno, però, non è stato dimenticato dal governo Meloni. Perché dietro provvedimenti minori ma importanti per la loro valenza simbolica come i fondi per Caivano (52 milioni di euro stanziati a fine anno) e per Lampedusa (45 milioni di euro, come previsto dal Dl Sud), ci sono provvedimento di spessore e di ampio respiro. Come i finanziamenti previsti dal Fondo di coesione e sviluppo. Si tratta di oltre 32 miliardi di euro per le 19 Regioni e due Province autonome per il periodo 2021-2027. Di questi ben 26 miliardi è la quota prevista per le Regioni meridionali.
Non ci sono soldi «sottratti» o fondi «tagliati» dalla incapacità del governo di gestire lo sviluppo economico. Anche perché queste risorse non vengono più concesse «a pioggia» bensì assegnate dietro l’accordo Stato-Regione in base ai progetti presentati. Il governo, e il ministro Fitto in particolare, stanno portando avanti i confronti con le amministrazioni regionali per la verifica dei centri di spesa. Sette le Regioni che finora si sono confrontate con Palazzo Chigi. E in calendario, nelle prossime settimane, c’è proprio la Regione governata da Vincenzo De Luca. Dal primo gennaio di quest’anno, inoltre, è attiva la Zona economica speciale per il Mezzogiorno (Zes unica) che comprende Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna riunite in un unico centro dei spesa. Insomma, tra Pnrr, Dl Sud, Zes e Fondo di coesione sviluppo, il Mezzogiorno è tutt’altro che trascurato.
Semmai spetta alle Regioni attivarsi per spendere bene con una tempistica agile i fondi messi a disposizione. L’opposizione, per voce del Mario Turco, parla di «tagli» di ben 15 miliardi («di cui la metà destinati al Sud») omettendo che la prima responsabilità nelle assegnazioni dei fondi è proprio delle Regioni. Ed è proprio la Campania a offrire un caso esemplare, come sottolineato dal commissario campano di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone. «Il presidente De Luca d’altronde non comprende la differenza tra riparto e assegnazione spiega Iannone -. Il riparto, fatto ad agosto da questo governo, quindi dopo sette mesi dall’insediamento, prevede l’allocazione delle risorse sulla base di criteri oggettivi (popolazione ecc.). Questo è il riparto e il governo Meloni lo ha fatto. I governi Conte II e Draghi in due anni non lo hanno fatto».