Il governo di emergenza israeliano ha approvato un emendamento al bilancio per il 2024, che aggiunge 55 miliardi di shekel (15 miliardi di dollari) alle spese per la difesa. Nel pacchetto approvato ieri, lunedì 15 gennaio, sono inclusi anche fondi per il risarcimento delle persone colpite in modo diretto o indiretto dalle operazioni contro Hamas nella Striscia di Gaza, oltre a fondi aggiuntivi per sanità, polizia, welfare e istruzione.
“Abbiamo cambiato le nostre priorità, in modo che ogni riservista, ogni combattente e le loro famiglie sappiano che c’è un governo che li sostiene e che si prende cura di loro”, ha dichiarato il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich. La decisione è stata presa dopo più di 24 ore di dibattito, con momenti di tensione come l’abbandono della sala “in preda alla rabbia” del titolare dell’Istruzione Yoav Kisch, membro del partito Likud di Netanyahu. Hanno protestato anche i leader di altri dicasteri e, alla fine, alcuni tagli previsti alla sanità e alla sicurezza interna sono stati eliminati per assicurare l’approvazione dell’emendamento. Dure critiche sono arrivate anche dal leader dell’opposizione Yair Lapid, secondo cui l’esecutivo “non ha ridotto gli uffici governativi non necessari” e ha approvato “un bilancio politico spudorato e irresponsabile. Un governo incompetente che non è degno dei cittadini che serve. Il governo non è adatto a gestire la guerra“.
In totale, nel 2024 Israele spenderà dunque 582 miliardi di shekel (circa 154 miliardi di dollari), 70 in più rispetto al previsto, con un deficit pari al 6.6% del Pil. L’anno scorso il governo di Tel Aviv aveva approvato un bilancio per il 2023-2024, ma lo scoppio della guerra ha stravolto la situazione e costretto le autorità a rivedere l’allocazione dei fondi ai vari settori. I ministri del Partito di unità nazionale guidato da Benny Gantz hanno votato contro l’emendamento dopo il rifiuto alle loro richieste di congelare gli stipendi dei deputati e ridimensionare i dicasteri. La formazione centrista ha anche espresso il suo disappunto per il fatto che i cosiddetti “fondi di coalizione” non sono stati ridotti maggiormente. In particolare, un accordo tra Netanyahu, Smotrich e altri parti religiosi prevedeva lo stanziamento di 8 miliardi di shekel per gli schieramenti ultra-ortodossi che compongono la maggioranza di governo. Di questi, solo 2.5 sono stati tagliati nonostante le esigenze finanziare della guerra. L’approvazione della bozza di bilancio scontenterà probabilmente anche la Banca centrale israeliana, che aveva esortato l’esecutivo a tagliare le spese e aumentare le tasse per evitare l’innalzamento del deficit. Le uniche misure prese dall’esecutivo in questo senso sono aumenti delle imposte su sigarette, tabacco e i profitti degli istituti bancari.