Bene che vada, se fossero state tutte sanzioni per divieto di sosta e tutti i multati avessero pagato con lo sconto entro cinque giorni, il Comune ci avrebbe perso «solo» 1,6-1,7 milioni di euro. Ma l’ammanco rischia di essere decisamente più grave. Circa 48mila multe non sono state notificate entro 90 giorni via pec per motivi tecnici. «Abbiamo già dovuto aumentare le caselle, da cinque a dieci, perché le notifiche via Pec sono aumentate molto nel 2023 e si sono verificati ritardi. Stiamo cercando di migliorare» ha ammesso l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli rispondendo ieri in aula a question time dei capigruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico e della Lega Alessandro Verri. L’assessore ha riferito che almeno 48mila sanzioni non sono arrivate a destinazione e «ci sono verifiche in corso, ad oggi abbiamo questo riscontro ma potrò fornire più avanti dati più precisi sul numero e sul possibile ammanco». Le notifiche, spiega, «hanno un ritorno dopo circa una settimana, se le caselle sono piene o l’indirizzo è errato tornano indietro e dobbiamo rinotificare, questo porta ad un intasamento». Che costa caro. E i consiglieri aspettano «dati precisi» anche sull’invio delle multe elettroniche visto che ad oggi Granelli ha confermato l’avvenuta notifica di 1,1 milioni su 2,7 ma «il numero è in continuo mutamento». «Il Comune ha notificato fuori tempo verbali di infrazioni rilevate da telecamere di Area B, Area C e accesso alle Ztl per milioni ma non è in grado ancora di quantificare – afferma De Chirico -. Ci lascia perplessi sulle modalità di comunicazione col cittadino, oltre all’ingente buco di risorse. Queste falle non possono rimanere impunite. Bene fanno i vigili a scioperare». Verri ricorda anche i casi dei calendari stampati coi giorni sbagliati e le multe inviate con il conto corrente errato, «se aggiungiamo che Milano è la città più insicura d’Italia, ai vertici della Polizia locale qualcosa va cambiato in fretta».