A pochi giorni dalla sparatoria in cui ha perso la vita un minorenne, a Roma si registra un nuovo episodio in Largo Odoardo Tabacchi, all’angolo con via Ettore Ferrari, a Corviale, estrema periferia della Capitale. Anche stavolta si registra una vittima. A essere stati colpiti sono stati due uomini ma mentrre le pallottole hanno raggiunto uno dei due alla gamba, e le sue condizioni non destano preoccupazione, quello che è stato colpito al torace è apparso subito in gravi condizioni. Gli operatori del 118 giunti sul posto hanno cercato di rianimarlo appena arrivati ma per lui non c’è stato nulla da fare. Gli autori della sparatoria si sono dati alla fuga a bordo di un’autovettura.
Entrambi i ragazzi colpiti dai proiettili sono italiani. Il ferito è un 30enne, che è stato portato all’ospedale San Camillo Neri ma le sue condìzioni non destano alcuna preoccupazione, tanto che a breve potrebbe già essere dimesso. La seconda vittima, invece, è un 33enne e dalle indagini è emerso che la sparatoria si è compiuta sotto casa tua. Per gli investigatori si tratta di un vero e proprio agguato, che aveva come obiettivo proprio la vittima, Cristiano Molè. Il cognome ha fatto subito pensare a un legame con l’omonimo clan ‘ndranghetista dei Molè, di Gioia Tauro in Calabria. Per questa ragione non si esclude nemmeno la pista del regolamento di conti mafioso e sul caso ora sta indagando la Dda di Roma. Molè è scampato a un altro agguato in passato, era il 2014. Venne solamente ferito in via Bravetta.
Tuttavia, nonostante il cognome “importante”, pare che l’uomo sia solamente un omonimo della famiglia ‘Ndranghetista. Nato e cresciuto a Roma, Molè non era uno sconosciuto per gli investigatori, visti i suoi precedenti. Escludendo la pista della criminalità organizzata legata agli ambienti calabresi, ora le indagini si stanno orientando verso il regolamento di conti nel mondo della droga. Tutta le piste restano comunque aperte. Sul posto della sparatoria sono accorsi i carabinieri, che sono riusciti a recuperare 9 bossoli esplosi dall’auto in corsa. Una vera esecuzione quella di cui è stato vittima Molè.