È finito in manette questa mattina Franco Andrioli, sindaco del Partito Democratico di Statte (Taranto), non lontano dallo stabilimento dell’Ilva. Con lui anche due assessori, Ivan Orlando e Marianna Simeone, con la seguente ipotesi di reato: associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, estorsione e detenzione illegale di armi. Secondo l’accusa di aver accettato la promessa di Davide Sudoso e Giulio Modeo (appartenenti a clan mafiosi tarantini) di procurare i voti in cambio di denaro, buoni pasto e favori al clan.
In carcere anche Lucio Rocco Scalera, dirigente Amiu (municipalizzata dei rifiuti del Comune di Taranto), già coinvolto nell’inchiesta sulle parcelle d’oro e sul concorso sospeso dalla Procura: e proprio in quest’ultimo bando Scalera avrebbe garantito a Modeo un posto all’interno della società partecipata del Comune. Tramite fiduciari Scalera avrebbe interessato un componente della presunta associazione mafiosa perché reperisse preferenze elettorali, promettendogli in cambio l’assunzione nell’azienda di servizi e l’affidamento di commesse.
Nell’indagine sono complessivamente indagate 60 persone. Gli inquirenti hanno dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Dda salentina, applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 29 indagati (26 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) e del sequestro preventivo di beni del valore complessivo di circa 6,4 milioni di euro.
Secondo l’accusa, gli indagati, tra il 2020 e il 2021, avrebbero fatto parte di un’organizzazione di tipo mafioso, dotata di armi, e si sarebbero resi responsabili di numerose condotte illecite concernenti lo scambio elettorale politico-mafioso, la cessione di partite di stupefacenti, la detenzione di armi e l’intestazione fittizia di beni a prestanome.
Il “controllo del territorio” sarebbe stato esercitato da alcuni degli indagati anche attraverso il presunto condizionamento delle elezioni amministrative tenutesi a Statte nell’ottobre del 2021. In questo contesto sarebbe emerso che uno degli indagati, attraverso propri fiduciari, si sarebbe concretamente adoperato per la raccolta di voti in favore di alcuni candidati, oggi amministratori di vertice del Comune, ottenendo in cambio somme di denaro, buoni pasto e schede carburanti, nonché l’impegno a favorire la concessione di autorizzazioni e di commesse pubbliche a imprese compiacenti.
A novembre e dicembre 2021 la Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro a carico di alcuni indagati ingenti quantità di sostanze stupefacenti, in particolare hashish e cocaina, somme in contanti per oltre 50 mila euro e diversi orologi Rolex di notevole valore economico. Nel maxi sequestro rientrano appartamenti, locali commerciali e box, nonché quote societarie e compendi aziendali di imprese, con sedi a Taranto e in provincia, attive nei settori economici della ristorazione e del commercio di auto e di frutta e verdura.