L’attività investigativa entrerà a quanto pare nel vivo giovedì prossimo, ripartendo in primis dalle perizie sui dispositivi elettronici e sull’auto di Filippo Turetta che saranno effettuate da un pool di esperti. E qualora gli accertamenti in questione dovessero confermare davvero l’ipotesi della premeditazione, per l’ex-fidanzato di Giulia Cecchettin rischierebbe davvero di profilarsi l’ergastolo. Questo è quanto riporta la testata online PadovaOggi, facendo il punto della situazione ad oltre due mesi di distanza dall’omicidio della ventiduenne di Vigonovo. Le perizie assegnate e quelle in corso di assegnazione da parte della procura di Venezia riguarderanno principalmente l’analisi degli oggetti rivenuti (e sequestrati) all’interno del veicolo di Turetta, al momento del fermo in Germania. A cominciare dal suo computer, grazie a cui il diretto interessato monitorava a quanto sembra l’attività dei carabinieri sul territorio italiano e in generale le indagini sul femminicidio.
Fondamentali poi saranno anche le analisi sul sangue rinvenuto nell’abitacolo della macchina del ragazzo, oggi ancora sotto sequestro e a disposizione dei Ris di Parma. In questo caso specifico potrebbe rivelarsi decisiva la cosiddetta “bloodstain pattern analysis” già utilizzata per il delitto di Cogne, ovvero l’analisi della disposizione delle tracce ematiche: Giulia era ancora viva, quando sarebbe stata caricata sul mezzo dopo un primo agguato? Questa è la domanda alla quale gli esperti stanno cercando di rispondere. Perché stando ad una delle ricostruzioni effettuate da chi indaga, Turetta potrebbe averle inferto le coltellate letali proprio in quel frangente. L’ex-pallavolista di Torreglia (un paese di 6mila abitanti situato in provincia di Padova) si trova intanto recluso nel carcere di Montorio Veronese, dopo esser stato fermato nei pressi di Lipsia e successivamente estradato in Italia.
Ad oggi è accusato di omicidio e sequestro di persona, con l’aggravante della passata relazione affettiva con la vittima. Il dettaglio decisivo dell’attività investigativa è però legato alla possibile premeditazione con la quale Turetta potrebbe aver agito. Gli inquirenti sospettano che, quel giorno, il ventiduenne fosse uscito di casa con la chiara intenzione di uccidere l’ormai ex-fidanzata. A confermare o a smentire questa ipotesi, nella visione degli inquirenti, dovrebbe essere proprio l’accertamento sul computer e sui dispositivi utilizzati dal ragazzo: qualora i sospetti dovessero essere confermati, la richiesta di ergastolo a suo carico sarebbe difficilmente evitabile. E la difesa di Turetta, conscia di questo concreto rischio, sarebbe pronta anche a chiedere la perizia psichiatrica per il suo assistito. Saranno ad ogni modo i prossimi giorni a tracciare un quadro più chiaro.