La sinistra polemizza, il governo fa. A otto mesi dall’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche, il governo continua a occuparsi della ricostruzione e della messa in sicurezza di quei territori. Domani Giorgia Meloni tornerà personalmente a Forlì, una delle località più colpite dal maltempo, accompagnata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il segnale è chiaro: l’attenzione sugli alluvionati non cala, anzi si rafforza.
Il premier e l’alta rappresentante delle istituzioni Ue terranno un vertice con il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Al centro dell’incontro ci sarà un confronto sulle risorse da impiegare per proseguire la riparazione dei disastri provocati dal maltempo e per rilanciare l’economia in quei territori. A oggi, il governo ha già stanziato 6,5 miliardi per la ricostruzione e ha mantenuto tutti gli impegni assunti, erogando 2,5 miliardi per la ricostruzione pubblica e circa 630 milioni per la ricostruzione privata. E, come previsto dalla legge di bilancio, sono in arrivo altri 700 milioni di euro per il credito di imposta, a disposizione sia di privati che delle imprese. Nei mesi scorsi, poi, Meloni aveva anche annunciato lo stanziamento di 1,2 miliardi di euro dalla revisione del Pnrr proprio per la ricostruzione nelle regioni alluvionate.
Ma, nonostante tutto, qualcuno rema contro. Dice che non basta. Gli “estremisti” del dissenso hanno già fatto la solita fuga in avanti, scaldando i motori della polemica a prescindere e scavalcando anche i comitati del territorio. Domani, infatti, mentre Meloni e Von der Leyen discuteranno di aiuti e azioni concrete, in piazza a Forlì alcune associazioni orientate a sinistra protesteranno. “Crediamo di poter giudicare come assolutamente insufficienti, gravemente tardive ed estremamente farraginose le poche risposte giunte finora ai bisogni urgenti delle terre alluvionate“, si legge nel comunicato di convocazione del sit-in.
In piazza, tra gli altri, ci saranno anche gli immancabili partigiani dell’Anpi, i sindacati, l’associazione Libera di Forlì-Cesena e gli attivisti di Fridays For Future, il movimento ambientalista ispirato da Greta Thunberg. Ma la mobilitazione sarà tutt’altro che rappresentativa delle istanze del territorio: a quanto apprendiamo, infatti, i principali comitati che danno voce agli alluvionati si stanno apprestando a prendere formalmente le distanze dalla protesta anti-Meloni e Von der Leyen, considerata piuttosto una manifestazione strumentale e controproducente. Insomma, un atto fine a se stesso che certo non avrà alcun risvolto concreto.
Diversamente, c’è attesa per le dichiarazioni congiunte che il premier e la presidente della Commissione Europea terranno in Comune a Forlì attorno alle 13, stando all’agenda della giornata. Oltre a tenere accesi i riflettori sulle regioni alluvionate, quella sarà probabilmente l’occasione per rispondere ancora una volta coi fatti alle rimostranze urlate di piazza.