Abbandonati da una qualsiasi visone del mondo a cui credere e da raccontare, a sinistra sono ormai come naufraghi in cerca di un qualsiasi appiglio per sopravvivere alla storia (e a una cronaca) che li ha già condannati. E così ieri i parlamentari Pd della Commissione di vigilanza Rai, gente che non si rassegna a non avere più il 90 per cento della tivù di Stato con solo il 19 per cento dei voti, hanno pensato bene di prendersela con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci (nella foto). Reo, secondo loro, di aver messo in onda nell’edizione delle 13,30 un minutino di «bassa propaganda, mascherata da servizio culturale». Di fatto la cronaca, piuttosto testuale,
di una manifestazione dei ragazzi di Gioventù nazionale, l’ala giovanile di Fratelli d’Italia. Una passeggiata che si apprende ripetersi da quarant’anni, una cerimonia «per rendere omaggio a tutti i caduti che hanno dato la vita per l’Italia». E così, racconta la giornalista, cuscini di fiori sono posati per i visionari del Risorgimento, i ragazzi vittime degli Anni di piombo, i morti del terrorismo e i patrioti che hanno dato la vita in guerra. Nessun saluto romano, nessun «Presente», niente croci celtiche e fasci per chi volesse appiccicarla alle recenti polemiche su Acca Larentia. La struggente musica di un violino e non marziali tamburi, a partecipare non militanti politici, ma ragazzi pronti a ricordare Goffredo Mameli, morto a 21 anni nell’assedio di Roma. Tricolori regalati ai bambini perché, assicurano i giovani organizzatori, «il futuro passa dal ricordo della storia». E il problema forse è proprio qui: la sinistra pronta a dire che «con il servizio del Tg1 la Rai ha toccato il fondo» e a chiedere l’audizione di Chiocci in Commissione, non ha più una storia da ricordare. E vorrebbe distruggere le storie di chi ha invece valori nel passato da portare nel futuro.