Non si sa se la decisione della regina Margherita di Danimarca di abdicare in favore del figlio Frederik sia scattata, come si sussurra tra i fiordi, per salvare il suo matrimonio. Ma sta di fatto che le scelte di chi guida da 52 anni il regno sono costantemente approvate da un altissimo numero di danesi.
La monarca vivente più longeva d’Europa lascia dunque il trono al figlio, che diventa re Federico X e la città della sirenetta si trasforma in un teatro quasi fiabesco con parate e una «non» incoronazione. Infatti, a differenza del Regno Unito, la monarchia danese da secoli ha messo al bando corona e scettro, preferendo una più sobria proclamazione. Le strade di Copenaghen, popolate di cittadini in festa, hanno visto la sfilata della Guardia Reale prima del tragitto in auto compiuto dal principe ereditario e sua moglie, la principessa Mary, seguiti pochi istanti dopo dalla regina in carrozza. Destinazione, castello di Christiansborg, a poche centinaia di metri dal Parlamento.
Nel pomeriggio il rito del Consiglio di Stato in cui Margherita II ha siglato la sua dichiarazione di abdicazione, trasferendo ufficialmente tutte le funzioni e i doveri al nuovo re. La proclamazione poco dopo per bocca della premier, Mette Frederiksen. Lo storico momento è stato suggellato da tre colpi di 27 salve, sparati da una fortezza militare situata nel porto, per poi lasciare spazio ad un momento pirotecnico con uno spettacolo al Tivoli Garden. In serata un piccolo ricevimento, con pochi intimi, tra cui i presidenti della Groenlandia e delle Isole Faroe, ma senza gli ospiti delle Case reali di altri Paesi. Una decisione che si sposa alla perfezione con il rigore danese.
Una coppia all’avanguardia, Frederik e Mary, impegnati in hobbies «comuni» come l’arte moderna, lo sport, la musica pop (e non classica) e che si sono sforzati di mantenere un low profile anche nella vita privata: i quattro figli infatti hanno frequentato scuole pubbliche e il principe Christian è stato il primo membro della famiglia reale danese ad essere iscritto ad una scuola materna. Una primizia che è stata molto apprezzata dalla popolazione. «Amicizia con radici profonde», scrive nei suoi auguri il presidente della repubblica Sergio Mattarella, che mette l’accento sulla cornice delle «comuni istituzioni europee e della convinta e coerente collaborazione nella difesa dei valori di libertà, democrazia e stato di diritto tanto in seno all’Alleanza Atlantica come anche nel contesto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite».
La regina 83enne ha spiazzato tutti, anche i diretti interessati, annunciando questa decisione in occasione del recente discorso di Capodanno e giustificandola con motivazioni di salute e con l’esigenza di fare spazio alla nuova generazione. Frederik, né tantomeno gli altri membri della famiglia reale, erano a conoscenza dell’intenzione della regina che in patria è molto amata anche per via di atteggiamenti per così dire anticonformistici, come l’avversione per la rete e per l’uso spasmodico dei cellulari. Lo dimostrano anche le sua percentuali di gradimento, mai scese sotto l’80% in tanti anni. Nei mesi scorsi il cliché dell’abdicazione si è ripetuto altrove, con il passo indietro di monarchi di Paesi Bassi, Belgio e Spagna e oggi i bookmakers scommettono su chi seguirà la scelta di Margherita. Tra i più accreditati, le monarchie nordiche di Svezia e Norvegia.