Chiara Ferragni rompe il silenzio e lo fa con una nota ipercauta: «Fiducia negli inquirenti e a disposizione loro. Risponderò solo a loro». Niente piante, attacchi ai media, riferimenti ai bisogni del cane. Profilo bassissimo. Intanto è di cinque euro e sessantanove centesimi la differenza di prezzo che il consumatore ha dovuto pagare nel periodo festivo 2022 per acquistare il pandoro Balocco brandizzato da Chiara Ferragni.
Invece di 3.38 euro, il “Pink Christmas” aveva un costo di 9.37 euro, il 154% in più: un prezzo maggiorato che ha spinto, insieme alla comunicazione, gli utenti a pensare che sarebbe servito per contribuire all’operazione benefica. Invece no. Perché Balocco giustifica questo prezzo con le peculiarità del prodotto Ferragni, quali il «nastro di chiusura», il «sacchetto contenente il pandoro ed il cartone espositore personalizzati con la grafica su licenza», nonché una «bustina di polvere rosa ed uno stencil in cartoncino alimentare da utilizzare per la decorazione del pandoro».
Ma l’Antitrust su questo punto non concorda, come dimostra la giustificazione dell’ammenda da 400mila comminata all’azienda lo scorso dicembre- impugnata – in cui è stato messo nero su bianco che «Una tale differenza di prezzo, peraltro non giustificata da una maggior qualità degli ingredienti, rafforzava, agli occhi del consumatore, il convincimento che fosse incluso un contributo alla citata donazione». E il Codacons ha chiesto a Balocco di fornire il dettaglio di tutti i costi affrontati.