Antonio Tajani come Giorgia Meloni non ha ancora deciso se candidarsi alle Europee. Non lo esclude, visto che lo ha sempre fatto ed è stato eletto per cinque volte al Parlamento europeo. Però aspetterà “il congresso del partito” che dovrà eleggere il segretario di Forza Italia che andrà a formalizzare le liste. E soprattutto rifletterà sull’opportunità di partecipare ad una campagna elettorale che “potrebbe farmi distogliere in parte dall’attività di ministro degli Esteri in un momento così complicato”. Se dunque Matteo Salvini si tira fuori, e probabilmente manderà in prima linea il generale Roberto Vannacci, gli altri due leader del centrodestra potrebbero ancora scendere in campo. Gli uni contro gli altri.
Tajani, intervistato a Quarta Repubblica da Nicola Porro, si dice certo di poter “cannibalizzare l’elettorato” perché “siamo una forza seria, credibile, affidabile”. Lo spazio tra Meloni e il Pd è enorme, riflette il leader, e spetta a Forza Italia occuparlo. L’obiettivo è quello di arrivare alla doppia cifra per poi puntare al 20% “alle elezioni politiche”. Come insegnava Berlusconi, ricorda Tajani, sognare in grande è importante: “All’inizio ti prendono per matto, ma poi si convincono anche loro”.
Durante il Consiglio federale leghista, però, Matteo Salvini ha però mandato un messaggio agli alleati chiedendo di non porre veti nei confronti del gruppo di Identità e democrazia. Tradotto: “Chi divide, magari dicendo no a Marine Le Pen, fa il gioco della sinistra”. Sul punto in realtà Tajani è già stato chiaro in passato (“forze come Afd e Rassemblement National, non hanno nulla a che vedere con noi e per noi è impossibile fare qualsiasi accordo a livello comunitario”), ma di sicuro entrambi intendono vedere mutato il volto di Bruxelles. Basti pensare alle politiche green. Tajani è “preoccupato” da quanto sta accadendo a Berlino, dove agricoltori e camionisti protestano contro l’aumento del costo del gasolio a causa delle scelte ecologiste del governo Scholz. Queste rivolte, dice il vicepremier, “sono la conseguenza di politiche sbagliate e ideologiche sull’ambiente, di una visione estremista della lotta al cambiamento climatico” basato sulle idee del commissario Frans Timmermans e di Greta Thunberg che “hanno imposto obiettivi irraggiungibili all’industria e all’agricoltura in Europa”. Scelte folli che “rischiano di mettere in seria difficoltà l’economia reale e di creare migliaia e migliaia di disoccupati”.
Infine, il nodo internazionale. Quando Tajani riflette sull’opportunità di candidarsi o meno, per non togliere tempo all’attività alla Farnesina, pensa forse anche a quanto sta accadendo nel Mar Rosso. Dopo gli attacchi di Usa e Gran Bretagna ai ribelli Houthi, adesso le forze militari occidentali sono chiamate a difendere un canale strategico dal punto di vista commerciale. Una fregata italiana è già sul posto all’interno della missione Atlanta e sta scortando le navi battenti bandiera Tricolore, come confermato in diretta anche da Guido Grimaldi, presidente di Alis. “La fregata italiana è autorizzata all’autodifesa, ma non a fare attacchi nello Yemen – ha spiegato il vicepremier – Se un drone si avvicina a una nave che la nostra fregata sta difendendo”, allora può rispondere.