Schlein pronta alla corsa con sardine, Strada e Zan

"Il conclave del Pd? Una seduta psichiatrica..."

I precedenti hanno un peso. Gli ultimi due segretari del Pd, Matteo Renzi (2014) e Nicola Zingaretti (2014), decisero di non scendere in campo in prima persona alle elezioni europee. Il risultato fu straordinario nel 2014 con il 40.5 % e incoraggiante nel 2019 con il 22%. Elly Schlein vuole dare un segnale di rottura con il passato, iniziando proprio dal passaggio elettorale del prossimo 9 giugno: sarà in campo al timone della lista dem. A costo di litigare con mezzo partito. È una Schlein in versione kamikaze. C’è solo da sciogliere un ultimo nodo: sarà capolista nelle cinque circoscrizioni o si accontenterà di un solo collegio? È un dettaglio che – spiegano dal fronte Schlein – sarà definito solo a liste chiuse. Un esempio. Nella circoscrizione Sud la segretaria avrebbe voluto puntare su un volto forte pescato tra gli intellettuali di sinistra: Maurizio De Giovanni. Lo scrittore ha declinato l’offerta. Ora, per non lasciare il timone della lista nelle mani del sindaco di Bari Antonio Decaro, Schlein potrebbe decidere di guidare lei, in prima persona, la lista. L’alternativa sarebbe il giornalista Sandro Ruotolo: un nome che suscita molti dubbi anche nel cerchio magico di Elly. L’ex mastino di Michele Santoro sarà comunque in campo. Ma senza ruoli di primo piano. Si sta provando a convincere Mimmo Lucano. Operazione in salita. E si attende un ripensamento di Lucia Annunziata. Le certezze sono due: Schlein sarà in campo e con lei tutta la sua squadra. «Si vince e si affonda insieme», è il motto. Ecco che allora prende forma lo schema di Elly. Al Sud, Ruotolo e Lucano. Nel Nord est sono pronte Cecilia Strada e Chiara Gribaudo, nel Nord ovest ecco Alessandro Zan e Mattia Santori. Al centro dovrebbe esserci Schlein con Nicola Zingaretti. Tra i sindaci, oltre Decaro, è pronto Dario Nardella. Il sogno numero 1 si chiama Chiara Valerio. L’alternativa è Zaky. Liste con l’impronta di Schlein: è questo il messaggio.

Però ora il tema che tiene banco al Nazareno è la candidatura della segretaria. Tutti in pressing. Prodi, Gentiloni, De Micheli: tutti in fila per implorare Elly di non candidarsi. Lei apprezza e dall’Abruzzo dove si trovare in tour elettorale per le regionali avverte: «La decisione di candidarsi alle europee prescinde dalle valutazioni di altri leader e di altre forze. Ma ho sempre detto che è l’ultima delle valutazioni, prima viene il progetto dell’Europa che vogliamo», ribatte a chi le chiedeva se la sua eventuale candidatura sia legata a quella della premier Giorgia Meloni. «Prima viene il progetto dell’Europa che vogliamo, poi verranno le liste, che prima di tutto sono una squadra. Sono impegnata a costruire una squadra che rappresenti la nostra idea dell’Europa» spiega la segretaria. Parole che confermano come l’opzione della candidatura sia ormai cosa fatta. C’è una data in cui Schlein ha rotto gli indugi e ha deciso di candidarsi: l’11 gennaio. È il giorno della conferenza stampa di Giuseppe Conte. Nel momento in cui il capo del M5s ha rinnovato l’appello a non candidarsi, Schlein ha deciso di fare l’opposto. Partita chiusa.

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