La nostra è la società della fretta e dell’iperconnessione. Siamo perennemente di corsa e altrove, smarriti in molteplici realtà che quasi mai contemplano la bellezza del “qui ed ora”. Anche a tavola abbiamo dimenticato gesti semplici ma importanti come assaporare il cibo con calma e apprezzarne le sue molteplici sfumature. Si contrappone a questo chiassoso vuoto la mindful eating, ovvero una pratica meditativa che si pone l’obiettivo di insegnare a chi la mette in atto a vivere pienamente l’esperienza del momento, così da accrescere la consapevolezza e le sensazioni legate all’atto del mangiare.
Da quando il biologo statunitense Jon Kabat Zinn mise a punto il programma MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction) in una clinica per la riduzione dello stress del Massachussetts, la mindfulness ha trovato spazio in svariati contesti (ospedalieri, scolastici, sportivi) ed ha aiutato migliaia di persone a vivere in modo più intenzionale, alleviando stati di tensione che si esprimono con somatizzazioni, ansia e altri disturbi. In che modo la mindful eating può ristabilire un rapporto equilibrato con l’alimentazione? Scopriamolo insieme.
Perché abbiamo bisogno della mindful eating
Cosa succede se mangiamo in maniera distratta, magari quando siamo dinanzi allo schermo di un computer o impegnati in una conversazione telefonica? Oltre a non godere appieno del cibo, l’assenza dal momento presente ci porta a non ascoltare i reali bisogni del nostro corpo, a mettere a tacere il senso di sazietà e, dunque, a mangiare in maniera smodata e assolutamente non necessaria.
Gli sgarri non solo generano tensione e angoscia, ma si traducono anche in sensi di colpa per l’inevitabile aumento di peso che ne consegue. Per non parlare, poi, della possibilità di sviluppare un disturbo alimentare, tra cui il cosiddetto binge eating disorder, una problematica caratterizzata da ricorrenti episodi di abbuffate.
Sono sette i punti essenziali su cui si basa la mindful eating:
- osservazione,
- consapevolezza,
- qui ed ora,
- contesto,
- accettazione,
- assenza di giudizio
- lasciare andare.
Ponendo l’attenzione su ciò che sta mangiando, il soggetto si libera dalle ansie e dalle preoccupazioni che lo spingono ad alimentarsi scorrettamente. E ciò a tutto vantaggio della salute psicofisica.
I benefici della mindful eating
Molti ritengono che la finalità principale della mindful eating sia quella di perdere peso, in realtà questa è più una conseguenza del mangiare con consapevolezza. I benefici della pratica sono stati documentati per anni mediante studi scientifici di rilevanza internazionale.
Una delle prime ricerche in assoluto fu condotta nel 1999 dallo scienziato Kristeller e venne pubblicata sul Journal of health psychology. L’indagine dimostrò che la meditazione in sei settimane migliorò i sintomi associati al binge eating di diciotto donne di età compresa tra i 25 e i 65 anni.
Ma i vantaggi della mindful eating non finiscono qui. Essa infatti permette di distinguere tra fame nervosa e fame fisica, prevenendo così in maniera indiretta un problema sociale ampiamente diffuso: l’obesità. Non meno importante, infine, è la conquista del benessere psicologico. I livelli di stress si riducono e la qualità della vita migliora.
Come praticare la mindful eating
Praticare la mindful eating all’inizio può sembrare difficile perché la mente è abituata ad essere distratta da numerosi stimoli. Tuttavia basta un po’ di pazienza e di esercizio per iniziare a godere dei benefici della meditazione. Ecco alcuni consigli utili:
- Rilassarsi prima di iniziare a mangiare prestando attenzione alla respirazione
- Masticare lentamente e assaporare ogni boccone
- Spegnere la televisione e allontanare lo smartphone
- Non mangiare quando non si ha fame
- Notare le reazioni del corpo, come il brontolio dello stomaco o le sensazioni di calore.
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