La sinistra nostrana ha individuato un nuovo obiettivo contro cui scagliarsi per portare avanti la propria opposizione sgangherata e poter continuare a recitare il copione secondo cui il centrodestra avrebbe preso il timone del servizio pubblico senza alcun rispetto della pluralità. Nelle ultime ore il Partito democratico è andato su tutte le furie, salendo sulle barricate in seguito a un servizio di oggi andato in onda sul Tg1. All’uscita a muso duro degli esponenti dem è seguita la dura presa di posizione di Fratelli d’Italia che si è schierato a difesa del direttore Gian Marco Chiocci.
Servizio sul Tg1, il Pd va all’attacco
Il Pd se l’è presa con il servizio del Tg1 relativo a una manifestazione organizzata dal movimento Gioventù nazionale al cimitero del Verano per ricordare tutte le vittime cadute per la Patria: stando all’accusa sarebbe stata definita “non politica” e sarebbe stata elevata “a evento patriottico culturale“. Stefano Graziano, capogruppo dem nella commisisone di Vigilanza Rai, ha chiesto l’immediata audizione di Gian Marco Chiocci nei cui confronti è stato avanzato un sospetto al veleno: al direttore del Tg1 è stato chiesto di far luce sul suo operato, specificando se ha cambiato in corsa il proprio ruolo e se ha assunto i panni di “portavoce dei movimenti giovanili di destra che hanno sede in via della Scrofa“.
“La Rai ha toccato il fondo. La misura è colma“, ha aggiunto. Graziano, nel bollare la situazione come “bassa propaganda mascherata da servizi culturali“, ha colto la palla al balzo per puntare il dito contro quelli che ha giudicato “allontanamenti selettivi” di autorevoli professionisti; inoltre ha giudicato in maniera negativa quello che sarebbe il crollo degli ascolti e la messa in mora di un piano di investimenti per il rilancio del servizio pubblico. È assai curioso osservare il Pd impartire lezioncine dopo aver avuto per anni, dalle poltrone del governo, la possibilità di mettere in pratica tutto ciò per cui ora si sgola.
Non poteva mancare l’accusa rivolta al centrodestra di occupare i tg. Ad adempiere a tale compito hanno pensato Chiara Braga e Francesco Boccia, capogruppo del Partito democratico alla Camera dei Deputati e al Senato, secondo cui si assiste al servizio pubblico piegato “alla propaganda di una forza politica“. Sandro Ruotolo, responsabile Informazione della segreteria nazionale del Pd, ha dichiarato che definire non politica una iniziativa di Gioventù nazionale “è far torto alla professione di giornalista“. “Una cosa è la propaganda altro è il giornalismo“, ha affermato. Ruotolo, facendo ricorso alla solita espressione “TeleMeloni“, ha imputato al Tg1 di esserne diventato “il megafono per eccellenza“.
L’ira di Fratelli d’Italia
Alle esternazioni del Pd ha replicato Fratelli d’Italia senza utilizzare mezzi termini. Per Francesco Filini la richiesta dei dem circa un’audizione del direttore della principale testata giornalistica italiana, per un servizio televisivo, rappresenta “una gravissima e intollerabile ingerenza della politica sulla libertà editoriale“. Secondo il capogruppo di FdI nella commissione Vigilanza Rai siamo di fronte a un “attacco scomposto e immotivato” nei confronti dell’imparzialità e del pluralismo del Tg1.
Filini – auspicando una condanna netta da parte dei sindacati Rai, della Federazione Nazionale Stampa Italiana e dell’Ordine dei giornalisti – ha puntato il dito contro l’intervento a gamba tesa del Pd: dal suo punto di vista si tratta di una vera e propria “intimidazione alla libertà e all’autonomia editoriale della direzione del Tg1“. Un episodio che per l’esponente di Fratelli d’Italia “è di una gravità inaudita” e che pertanto non può passare in secondo piano.
Alla voce di Filini si è aggiunta quella di Augusta Montaruli, secondo cui la polemica imbastita dal Partito democratico è “stucchevole, pretestuosa e fuori luogo“. La deputata di FdI e vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai ha accusato chi non ha mai perso l’occasione per “sfruttare le manifestazioni giovanili al fine di fare passerella“, facendo notare che una polemica del genere mette in luce un aspetto eloquente: “Il vuoto e il terrore per un consenso che giorno dopo giorno si assottiglia“.