Decessi numerosi e ravvicinati: animalisti contro Fugatti dopo la morte dell’orso Mj5

L'uomo che ha ucciso l'orsa Amarena risulta essere persona offesa dopo le minacce di morte ricevute sul web, e sono 136 le persone indagate

Dopo aver ricevuto la conferma che l’orso trovato morto nell’autunno dello scorso anno vicino a Bresimo in Trentino è l’esemplare identificato con la sigla “Mj5”, vale a dire il plantigrado ritenuto responsabile dell’aggressione ai danni del fratello del primo cittadino di Rabbi nel mese di marzo del 2023, le principali associazioni animaliste puntano il dito contro il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti.

In attesa che le cause della morte dell’animale vengano chiarite dagli esami autoptici di cui si è fatto carico l’Istituto zooprofilattico delle Tre Venezie, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) e la Lega anti-vivisezione (Lav) ritengono di poter affermare che il decesso di Mj5 e quello di altri numerosi esemplari di orso, avvenuti in tempi troppo ravvicinati l’uno dall’altro per poter pensare a episodi casuali o non connessi tra loro, siano un effetto della “condanna a morte” sancita da Fugatti. Questo per il fatto che il presidente della Provincia autonoma di Trento aveva firmato un’ordinanza di abbattimento che venne sospesa solo dopo l’azione intrapresa dalle associazioni animaliste per proteggere gli esemplari a rischio.

“Se due indizi fanno una prova è evidente che queste morti non sono affatto casuali”, affonda il responsabile animali selvatici della Lav Massimo Vitturi,“grazie alla sua campagna d’odio nei confronti degli orsi, il presidente trentino Fugatti potrebbe essere considerato il responsabile di un lavoro sporco eseguito poi da criminali del territorio che uccidono gli orsi salvati dai ricorsi giudiziari”.

Una volta determinate le cause della morte di Mj5, la Lega anti-vivisezione presenterà querela, spiega Vitturi: “Non possiamo più tollerare che le incompetenze di Fugatti, del tutto incapace di garantire la sicurezza dei suoi concittadini attraverso la prevenzione, continuino a comportare morte e sofferenza tanto fra le persone quanto fra gli orsi”.

Non si tratta solo di Mj5, ma anche degli orsi F36 e M62, ribadisce l’Ente nazionale protezione animali (Enpa), che dopo l’identificazione dell’esemplare ha presentato alla procura della Repubblica di Trento una denuncia “per uccisione di animali di specie protetta, ipotizzando un atto di bracconaggio”. “Tutti gli orsi che il presidente della Provincia autonoma di Trento aveva in un modo o nell’altro condannato a morte, sono effettivamente deceduti. Sono morti in circostanze che non possono essere considerate né misteriose né fortuite”, attacca l’associazione. Impossibile per gli animalisti, quindi, che si possa trattare di morti naturali né tantomeno casuali. “Dietro questi decessi, troppo numerosi e troppo ravvicinati nel tempo per pensare a un evento fortuito, non può che esserci la mano dell’uomo, mossa da un disegno preciso: eliminare i plantigradi del Trentino”, si dice certa l’Enpa. L’ente ricorda il disegno di legge presentato qualche tempo fa da Fugatti, una norma regionale che prevedeva l’autorizzazione per le autorità del Trentino ad abbattere 8 esemplari di orso all’anno.

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