Diretto da Garth Jennings nel 2016, Sing è il film d’animazione che va in onda questa sera alle 21.20 su Italia 1. Si tratta di un lungometraggio che rientra alla perfezione in quel canone del cinema d’animazione che si concentra su animali antropomorfi, che hanno il dono della parola, come i vari Robin Hood o Zootropolis. Nonostante il film non offra nulla di particolarmente originale allo spettatore, Sing è riuscito comunque ad avere un’ottima risposta da pubblico e critica, arrivando ad essere candidato nel 2017 a ben due Golden Globe.
Sing, la trama
Buster Moon (doppiato in lingua originale da Matthew McConaughey) è un koala che sta fronteggiando un periodo nerissimo: proprietario di un teatro sull’orlo della bancarotta, Buster decide di indire una gara di canto, con la speranza di risollevare le sorti dell’associazione. Tuttavia, a causa di un errore, viene messa in palio una cifra di denaro troppo alta, che Buster non può permettersi. Tuttavia, visto che l’iniziativa ha chiamato a raccolta tantissimi partecipanti, Buster decide di continure a mentire, in attesa che gli venga in mente un’altra idea per risolvere il problema. Tra coloro che partecipano alla gara ci sono Ash (Scarlett Johansson), il gorilla Johnny che vuole allontanarsi dall’attività criminale del padre, Rosita (Reese Whiterspoon), Gunter e Mike (Seth McFarlane), un topo arrogante la cui vita personale rischia di mandare all’aria tutto. Tra problemi personali, bugie da nascondere, paura del palcoscenico e voglia di rivalsa, tutti i personaggi uniranno le forze per cercare di salvare il teatro ma anche i loro sogni.
I rimandi alla saga di Ritorno al futuro
Nonostante i passi avanti che si sono fatti in questi anni, esiste ancora uno zoccolo duro di pubblico che non riesce a percepire i film d’animazione come vero e proprio cinema. In questi casi, di solito, ci si ferma allo stereotipo per cui i “cartoni animati” sono solo prodotti per i più piccoli, con qualche morale spiccia e insegnamenti adatti ai bambini, senza la presenza di storie capaci di essere universali. Nonostante Sing sia, di fatto, un prodotto che piacerà probabilmente agli spettatori più giovani e ingenui, rimane comunque un ottimo esempio di pellicola che sa calibrare il pubblico di riferimento (quello giovane) e quello di accompagnamento (quello adulto). Ed è proprio a questa specifica fetta di pubblico che sono dedicati alcuni accorgimenti del film: ad esempio, la scelta di puntare sulla paura del palcoscenico e, di consegunza, del fallimento, è una scelta che riguarda gli adulti. I bambini non sanno ancora cosa sia il fallimento, non hanno mai avuto esperienza di questo stato d’animo perciò il tema è fatto per arpionare l’attenzione di un pubblico più cresciuto che, anche grazie all’uso dell’ironia di cui il film è pieno, possono rispecchiarsi nei personaggi, per quanto essi possano apparire fuori dalla realtà.
Un altro escatomage utilizzato dalla produzione per strizzare l’occhio agli spettatori adulti è stato quello di inserire all’interno di Sing dei chiari rimandi alla saga diRitorno al futuro, trilogia iconica firmata da Robert Zemeckis, che è entrata di diritto non solo nell’immaginario collettivo, ma anche nella storia del cinema. Il primo riferimento avviene quando Ash suona la chitarra e si lancia in un assolo che cattura tutta l’attenzione sul suo talento inatteso. Quando la musica finisce, il pubblico rimane per un istante in silenzio, guardandola con occhi spalancati. Si tratta di una scena che segue quasi pedissequamente quella in cui Marty McFly (Michael J. Fox) suona il suo assolo rock durante il ballo scolastico in cui i suoi genitori si devono innamorare, per non farlo sparire nel futuro. Il secondo rimando è quello che vede protagonista Buster Moon, che sta cercando di rubare elettricità da un edificio vicino: uscendo all’esterno, però, si rende conto che il cavo è troppo corto e che dunque la presa non può esercitare la sua funzione. Scena molto simile a quella in cui il Doc del passato (Christipher Lloyd) cerca di collegare il cavo sulla cima della torre per sfruttare l’energia del fulmine per far tornare Marty a casa, salvo rendersi conto che il cavo è troppo corto. Infine c’è la scena in cui il personaggio di Johnny si sta nascondendo dalla polizia: il gorilla indossa un giacchetto di pelle e un capello, mentre parla con suo padre attraverso un walkie talkie. In questo caso il rimando è al secondo capitolo della saga, Ritorno al futuro – Parte II, in cui Marty indossa a sua volta una giacca di pelle e un cappello, mentre parla con Doc attraverso una ricetrasmittente. Il legame tra Sing e Ritorno al futuro, inoltre, è giustificato dal fatto che entrambe le pellicole sono uscite al cinema sotto lo stemma della Universal Pictures.