Se siete a Milano, c’è uno spettacolo comico che non potete perdere: stasera alle 19 si ritroveranno le transfemministe per discutere di una discriminazione assurda, io non ci avevo mai pensato: il preservativo è patriarcale. Sì, pure il preservativo, e questa volta non c’entra Chiara Valerio.
No, scusate, ve la dico meglio, perché è ancora peggio: il preservativo è un mezzo «eterocisnormato fallocentrico e monogamo di prevenzione e piacere». In realtà non avevo mai pensato neppure alla parola «eterocisnormato», anche se nella fattispecie non capisco la ragione: i preservativi maschili li usano solo i maschi etero? Sul «fallocentrico» neppure saprei perché, un preservativo maschile che forma dovrebbe avere? E infine perché monogamo? Certo che vivono male queste transfemministe (o questi, non so se ho capito bene, comunque credo queste, perché il laboratorio dove avverrà l’incontro si chiama laboratoria, i laboratori maschili saranno schifosi posti etero cis eccetera).
Mi raccomando, io non sono transfobico, già i trans in generale sono permalosi, le femministe irascibili, non vorrei trovarmi una transfemminista sotto casa. Anzi, care mie, vi sto facendo pubblicità. Il comunicato, che trovate su Instagram nella pagina di Non Una di Meno (tutte le vogliamo), c’è tutto questo discorso del caz…, no, voglio dire… del cavillo importante discriminatorio e delle possibili alternative al preservativo fallocentrico eterocisnormato, e informa che si parlerà di tutti «gli altri metodi di barriera che sono disponibili, in particolare quelli per vulva e/o vagina come il preservativo interno, il dental dam, Vulvarnes (un nuovo harness di supporto per dental dam)».
Mi raccomando, andate tutti al LaboratoriA (o alla laboratoria? Boh). Io intanto mi sono ordinato su internet un Vulvarnes, per solidarietà, e anche due pacchi di spazzoline e dentifricie antipatriarcali.ì