Pozzolo, tra 2 mesi la perizia. Il mistero del caposcorta

"Non rispondo". Pozzolo interrogato a sorpresa sullo sparo di Capodanno

Sessanta giorni per avere risposte precise sulla traiettoria della pallottola che la notte di Capodanno dal revolver del deputato Emanuele Pozzolo va a piantarsi nella coscia di Luca Campana, genero del caposcorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro: nell’inchiesta che scava sul giallo politico-balistico tutto interno a Fratelli d’Italia, una pausa forzata. La richiesta dai consulenti tecnici della procura di Biella sposta di almeno due mesi i tempi per la conclusione dell’indagine che vede per ora Pozzolo come unico indagato. Ma non saranno due mesi vuoti: perché mentre i consulenti analizzano i reperti a partire dal revolver calibro 22 sequestrato a Pozzolo, dalla pallottola estratta dalla coscia di Campana e dalle lastre effettuate in ospedale al ferito il pm Paola Ranieri continuerà ad accumulare testimonianze alla ricerca della verità sui due quesiti ancora aperti: chi impugnava la pistola al momento dello sparo? E chi era presente lì, all’una e mezza di notte, accanto a Pozzolo e Campana? Poi tutto quanto andrà confrontato con la risposta dei tecnici balistici.

La deposizione più importante, quella di Pozzolo, non è stata ancora fissata, perché il pm vuole arrivare all’incontro con l’indagato con il massimo di elementi concreti a disposizione, in modo da confrontarli in diretta con le dichiarazioni del parlamentare. Pozzolo che nel frattempo si è dimesso da coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia ed è stato sostituito ad interim da Sara Kelany – ha già anticipato due elementi importanti: dirà che non era lui a impugnare l’arma, e escluderà che ad averla in mano fosse Campana. Ha detto anche di sapere perfettamente il nome di chi, raccogliendo il revolver da terra, ha fatto partire il colpo, e che ne farà il nome al pubblico ministero. Di chi si tratta? Esclusi Pozzolo e Campana, e così pure l’assessore provinciale di FdI Domenico Zappalà, interrogato nei giorni scorsi, non restano che un paio di persone. Una di queste è Pablito Morello, l’agente di polizia penitenziaria a capo della scorta di Delmastro. Ovvero il suocero del ferito, l’elettricista Campana. Morello era lì, è lui che dopo lo sparo prende in custodia la pistola e mette la sicura. Sull’arma ci sono sicuramente le sue impronte ma non è stato a differenza di Delmastro sottoposto allo stub, il tampone per rilevare i residui di sparo.

Per valutare la posizione del caposcorta, la pm Ranieri sarà costretta ad analizzare con precisione la posizione al momento dell’episodio del più importante tra i partecipanti alla festa, ovvero Andrea Delmastro. Il sotTosegretario ha sempre detto di trovarsi in quel momento fuori dall’edificio, ma non si capisce perché Morello non lo avrebbe seguito. Così tra le domande che Pozzolo si sentirà rivolgere nell’interrogatorio ci sarà anche la più politicamente delicata: dov’era Delmastro, quando la calibro 22 ha fatto fuoco?

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