La fortuna o il destino ha voluto che un operaio al rientro a casa sia passato davanti ad un cassonetto dei rifiuti e abbia sentito dei lamenti provenire dall’interno. Incuriosito lo ha aperto e la scena che si è trovato di fronte, dalle sue parole, è qualcosa che non dimenticherà mai per tutta la vita.
Il neonato ancora vivo
Chiuso in un sacchetto di plastica in mezzo a rifiuti di ogni genere, c’era un neonato, che aveva ancora attaccati al corpo placenta e cordone ombelicale, segno che il piccolo era nato soltanto da poche ore. Ripresosi dall’iniziale shock, l’uomo di 49 anni che abita in una casa vicino a dove ha ritrovato il neonato, ha subito capito che la situazione era grave, viste anche le gelide temperature, e ha dato l’allarme. È successo intorno alle 20 a Villanova Canavese, comune in provincia di Torino, in cui abitano poco più di mille persone.
Nonostante il freddo e la permanenza nel cassonetto, il piccolo era ancora vivo e piangeva, cosa questa che gli ha salvato la vita, attirando l’attenzione dell’operaio. Sul posto sono intervenuti immediatamente il 118 e i carabinieri del Nor, la sezione radiomobile che hanno coordinato il trasporto del piccolo nell’ospedale più vicino che era quello di Ciriè, dove ora è ricoverato e i medici hanno confermato che non sarebbe in pericolo di vita.
Le ricerche
Le forze dell’ordine dopo aver assicurato il neonato alle cure dei pediatri, hanno iniziato le indagini per capire chi potesse aver commesso un atto così orribile nel confronti di un bambino appena venuto alla luce, che poteva essere lasciato in maniera anonima nelle cullette termiche presenti in ogni ospedale. Dai primi rilievi le forze dell’ordine non hanno individuato al momento sistemi di sorveglianza visibili che potessero aver ripreso il momento dell’abbandono, particolare questo che porta a pensare che si tratta di persone che conoscevano il luogo.