Ci sono gesti che sembrano voler dire: la vita non deve andare avanti. Igor era un boscaiolo trentino che, a 46 anni, di fronte alla decisione di Ester (che probabilmente lui riteneva «la sua» Ester, e basta) di proseguire la propria strada senza di lui, le ha tagliato la gola con un coltello e poi si è impiccato.
Nella trave a cui si è appeso ha conficcato il coltello con cui ha ucciso Ester (foto). E ha messo il suo punto al futuro. Fine della storia, e della Storia. Igor ha deciso che la vita non valesse più la pena di essere vissuta: ha deciso per sé, per la sua ex compagna Ester e per i loro tre figli, che hanno fra i sei e i dieci anni, e che prima si sono trovati accuditi da uno zio, poi accolti dai nonni e, presto, dovranno fare i conti con i giorni da trascorrere senza più i loro genitori. Igor ha scelto di interrompere cinque destini in una volta sola: ha tagliato il corso del tempo, quel tempo che, come Crono nel mito greco divorava i figli, a volte sembra divorare le nostre vite. Nella mitologia è Rea, moglie di Crono, a offrire al marito delle pietre da inghiottire al posto del neonato Zeus. Qui, un coltello da caccia ha reciso cinque esistenze legate da un unico filo che avrebbe dovuto essere quello dell’amore, e nessuno può più dire quanto, e fino a quando, ci sia stato quel filo. Sono sempre i greci a raccontarci, dalla loro contemporaneissima antichità, che Medea uccise i figli suoi e di Giasone, pur di essere sicura che non esistesse più alcun futuro per l’uomo che tanto aveva amato, ma l’aveva tradita. E che Clitemnestra, quando ammazzò Agamennone, uccise anche i figli da lui avuti con la schiava/amante Cassandra. È lei il prototipo di ogni uxoricida, maschio o femmina che sia la vittima. O l’assassino. Che cosa scatti nella mente di chi vuole uccidere la persona che dovrebbe essere amata è un mistero nelle mani degli dèi: coloro a cui appartiene anche il tempo, e quel futuro che certi assassini vorrebbero annientare.