Il Biancaneve-gate smentito dalle trame dei cartoni Disney. La tesi di Paola Cortellesi è più o meno questa: la fiaba uscita sul grande schermo nel 1937 ha un che di paternalistico e maschilista. Il giudizio è tranchant: Biancaneve fa la sguattera, rintanata in casa, a sette nani figli del celodurismo. Sarà. Più verosimile l’interpretazione per cui sette minatori diano ospitalità a una perseguitata. Che al limite si prende cura dei sette. Ma anche il “prendersi cura”, tratto tipico delle donne, è ormai malvisto da cultura woke e affini. Ma è vero che la Disney è così intrisa di maschilismo?
La Sirenetta si manifesta, canta, fa innamorare e sparisce. Ghosting ante litteram o quasi. Il Principe Eric, per sbaglio, si infatua di una manipolatrice, Ursula, travestita da femme fatale. Poi combatte contro la stessa strega marina, rischia l’amata nave, la morte e l’onore della sua famiglia. Hercules regala la propria immortalità ad Ade pur di salvare Megara, e le prende dal ciclope a Tebe. Infine, rinuncia proprio all’immortalità da dio dell’Olimpo pur di restare in terra con la figlia di Creonte. I parigini danno fuoco al castello della povera Bestia, che sarebbe già maledetta di suo. La Bella addormentata nel bosco non muove una foglia per tutto il cartone. Un terapeuta direbbe atteggiamento passivo-aggressivo. Ma Filippo indomito persegue la via del sentimento. Il Gobbo di Notre Dame, rinchiuso in un campanile, non dà mai la sensazione di poter essere ricambiato. E soffre per Esmeralda come un dipendente affettivo alla ricerca di un briciolo di attenzione. Quando viene catturato Robin Hood? Quando partecipa al torneo per la mano di Lady Marian. Sino ad allora era tutto un “urca urca, tirulero, oggi splende il sol”. Simba trova la via della spensieratezza dopo la morte del padre Mufasa. È una leonessa. Nala, a riportarlo a casa, in guerra, tra mille responsabilità. Una tizia perde una scarpetta e un reame sano viene impiegato per rintracciarla. Sette poveri minatori – dicevamo – danno ospitalità a una perseguitata.
Decenni dopo Paola Cortellesi parla di “sessismo” in relazione alla loro vicenda. E l’operaismo stakanovista? Archiviato. La tesi per cui la Disney abbia educato generazioni con toni paternalistici lascia il tempo che trova. Al limite, le fiabe hanno abituato a ideali principeschi o cavallereschi che trovano sempre meno spazio nella realtà delle relazioni. E questo può valere per ambo i sessi. Ma di sicuro, molte fiabe Disney sono intrise da una sorta di femminismo principesco.
A Tolkien non piaceva la fiaba di Biancaneve perché il conservatore britannico pensava che i nani fossero una cosa seria. Forgiati da roccia e fuoco, non potevano tramutarsi in umorali abitanti dei boschi, tra brontolii e infantilismo. Ma anche la critica letteraria subisce le sue parabole e si arricchisce di nuovi protagonisti e nuove interpretazioni. Ahinoi.