Sei chili di cereali al giorno, tipo Trésor marca Kellog’s, coca cola zero e sigarette elettroniche, non il massimo della salute ma a vederlo questo primo ministro di Francia è proprio l’immagine di uno chouchou, cocco di mamma e della gente che piace, Gabriel Attal de Couriss, secondo araldica della madre nobile Marie de Couriss figlia di Anne-Marie Françoise de la Forest-Divonne e di Alexandre de Couriss.
Famiglia ebrea di origini tunisine, le petit Gabriel cresce in ambiente di alta borghesia, frequenta scuole di élite, è un primo della classe, parla, parla, parla, la vita è bella, suo padre Yves, scomparso all’età giovane di sessantasei anni per un cancro fulminante è produttore cinematografico, mette firma e denari ne Il Mostro di Benigni, in Tacchi a spillo di Almodovar e in Io ballo da sola di Bernardo Bertolucci. Aveva anche provato la carriera di attore, dopo il provino per il film La Bella Personne, di Christophe Honoré gli dissero «le faremo sapere», fu la prima e unica bocciatura dei suoi progetti di grandeur, gli offrirono una comparsata che gli procurò i denari per uno scooter.
Il titolo dell’opera di Bertolucci può rappresentare la didascalia del primo ministro che fa il vuoto attorno a sé, passa dai socialisti al partito di Macron, En Marche mai venendo eletto per nomine istituzionali ma attento a seguire e usmare le parfum du pouvoir, luogo nel quale lui si presenta un secondo prima, è il classico prodotto della politica post moderna, quella che se ne infischia della storia e della tradizione, niente De Gaulle, al diavolo Napoleone e i rivoluzionari, allonsenfants con i social, i network, twitch, instagram, i giovani vanno acchiappati non soltanto con le riforme ma infilandosi nel loro mondo.
E così il popolo degli immigrati, prima messo in castigo vietando alle ragazze di presentarsi a scuola vestendo l’abaya e poi riscattandoli apparendo proprio con l’abito femminile più diffuso nel mondo arabo. Astuto come una volpe nell’intuire, anzi anticipare il comune sentire e capire, insieme con il suo docente Macron, che la Francia deve rosicchiare voti alla destra cattiva lepenista ma non scivolare dalle parti di Jean-Luc Mélenchon e la sua Francia indomita. Ma anche i suoi fedelissimi avvisano che l’enfer de Matignon, al civico 57 di rue de Varenne, residenza del Primo Ministro, trappola mortale per chi deve passare dalla chiacchiere e distintivi all’azione, alla messa in pratica delle indicazioni fornite dall’Eliseo.
Gabriel Attal de Couriss, in cambio di 15.400 euro lordi mensili, incomincia l’avventura. I pettegolezzi sulla sua vita privata appartengono al passato prossimo, dopo un amorino con la cantante Joyce Jonathan, ha avuto una lunga relazione con il collega Stéphane Séjourné, il colpo di fulmine scoccò in occasione di una convention politica a Bercy, la storia pare essersi conclusa e, come ultimo souvenir, Stéphane ha trovato un posto nei ministeri.
Contro lo stress di una vita intensa sua madre gli ha regalato occhiali per la luminoterapia ma la Ville Lumière non sembra poterlo abbagliare. Nel fine settimana tornerà nei luoghi di infanzia, la casa a Ile aux Moines, un ex allevamento di ostriche trasformato in dimora di famiglia, un giro in barca a vela se il mare lo consiglierà ma le onde pericolose stanno a Parigi e baby Macron non ha paura di finire naufrago. Una tazza di cereali nel latte, una svaporina, un sorso di coca cola e uno sguardo allo specchio, Narciso Gabriel è pronto all’impresa.