Fedez nervosetto, le fiabe della Cortellesi, la memoria corta della Schlein: ecco il podio dei peggiori

Fedez nervosetto, le fiabe della Cortellesi e la memoria corta della Schlein: ecco il podio dei peggiori

Fedez si è arrabbiato. Non con la moglie. Nessun bisticcio casalingo, almeno da quello che ci è dato sapere. A fargli perdere le staffe è stato Michel Dessì che nell’ultima settimana ha fatto la posta sotto casa per strappare anche solo mezza dichiarazione ai Ferragnez. “Secondo me fuori da casa di Matteo Messina Denaro c’era meno gente – ha polemizzato il rapper – guardali… oh mio Dio, le priorità dell’informazione italiana…”. Peccato che il nostro Michel fosse in quel di City Life per fare il proprio lavoro: il giornalista. Ma si vede che di sti tempi Fedez è un filo nervosetto. Ha tirato in ballo pure il suo cane, Paloma. “Da giorni c’è un giornalista sotto casa nostra (sempre Michel Dessì, ndr) che spera di vedere chissà che cosa, magari fa lo scoop sugli escrementi di Paloma…”.

Epperò c’è uno scandalo nazionale, quello del pandoro-gate; c’è un’inchiesta in corso, quella della procura di Milano, per truffa aggravata; ma soprattutto c’è una indagata e questa indagata è la moglie: Chiara Ferragni. Fa sorridere che a invocare la privacy sia uno che ogni giorno dà in pasto la sua vita a 14,7 milioni di follower, oltre ai 30 milioni che seguono la consorte. Per non parlare poi della serie tv (sempre sulla vita sua e di tutta la sua famiglia) trasmessa su Amazon Prime. non c’è che dire: ai Ferragnez i media piacciono solo se parlano bene di loro. E per questo si beccano il terzo posto del podio dei peggiori.

La medaglia d’argento questa settimana tocca, invece, all’attrice-regista dei record del 2023: Paola Cortellesi. Sulla scia del suo indiscusso successo sul grande schermo con il film C’è ancora domani, è stata invitata a inaugurare, a Roma, l’anno accademico dell’università Luiss durante il quale ha tenuto un monologo sugli stereotipi sessisti contenuti nelle fiabe. Il tenore dell’intervento è stato più o meno questo: “Ma siamo sicuri che se Biancaneve fosse stata una cozza il cacciatore l’avrebbe salvata lo stesso?”.

E ancora: “Biancaneve faceva la colf ai sette nani”. Insomma, il registro è sempre lo stesso a cui ci stanno abituando, sempre più stancamente, i talebani del politicamente corretto. Non se ne può davvero più. E dire che è sotto gli occhi di tutti lo sfacelo che sta portando l’ideologia woke. In casa Disney, tanto per fare un esempio, se ne sono accorti dopo gli ultimi flop al botteghino. “Dobbiamo concentrarci sull’intrattenimento, non sui messaggi”, ha recentemente ammesso il ceo Bob Iger. In Italia, però, sono rimasti ancora indietro.

Ma lasciamo gli ultrà del politicamente corretto nel loro brodo e passiamo al primo classificato: Elly Schlein. Questa settimana l’ha sparata davvero grossa. In compagnia di tutta l’accozzaglia giallorossa ha montato un caso del tutto inutile sui saluti romani fatti alla commemorazione della strage di Acca Larentia. Sono decenni che al “presente” i più nostalgici rispondono con il braccio teso verso il cielo. Viene da chiedersi: la segretaria del Partito democratico se ne accorge soltanto adesso?

Non sa che nel 2018, quando a Palazzo Chigi sedeva Paolo Gentiloni, in piazza c’erano più del triplo delle persone presenti la scorsa domenica. Magari era a corto di argomenti con cui attaccare la Meloni e così ha rispolverato i soliti vecchi slogan partigiani da salotto. D’altra parte, se ai dem togli l’antifascismo, restano pressoché senza argomenti. Ma una cosa ci teniamo a dirla all’ex sardina, qualora non l’avesse ancora capito: la Meloni non ha nulla a che spartire coi 200 irriducibili dal braccio teso.

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