“Armi all’Ucraina non tracciate”. Il rapporto del Pentagono che preoccupa gli Usa

"Sparito un miliardo di armi per Kiev": il dossier del Pentagono che preoccupa gli Usa

Gli Stati Uniti non sono riusciti a tenere traccia di tutto il materiale bellico inviato in Ucraina. Secondo un rapporto diffuso giovedì dal Pentagono, i funzionari americani non hanno assicurato il dovuto monitoraggio tramite il sistema Eeum (Enhanced end-use monitoring) di lanciamissili portatili, visori notturni, droni d’attacco e altro equipaggiamento per un totale di un miliardo di dollari.

Questo database viene utilizzato per dispositivi bellici che contengono tecnologie sensibili o che sono facili da rubare e contrabbandare. Secondo il rapporto, che ha esaminato 1.7 miliardi di dollari di materiali che rientravano in queste categorie e inviati nel Paese dal 2014 al giugno 2023, “il dipartimento della Difesa non ha rispettato pienamente i requisiti del programma Eeum per il tracciamento di articoli in un ambiente ostile”. Pare che, in molti casi, gli ufficiali incaricati di condurre il monitoraggio non siano stati in grado di inserire i numeri di serie delle armi all’interno del sistema e che non abbiano seguito le procedure di follow-up previste dagli standard rafforzati. Nel documento viene però specificato che spesso i dispositivi presenti nell’elenco dell’Eeum vengono inviati in Ucraina “nel giro di pochi giorni”, per essere usati in combattimento. Stando a quanto dichiarato da una fonte dell’ufficio del Pentagono a Kiev, “non esistono metodi sicuri” per compilare degli inventari in prima linea, quindi l’unico momento in cui armi ed equipaggiamento possono essere monitorati è quando si trovano nei depositi logistici nell’Europa dell’est.

Al momento, non vi sono prove del fatto che tecnologia statunitense sia stata contrabbandata in altri Paesi o zone di guerra. “La mancanza di una contabilità completa non impedisce al governo degli Stati Uniti di concludere ragionevolmente che l’Ucraina sia conforme ai nostri requisiti per quanto riguarda l’uso, il trasferimento e la sicurezza dei beni ricevuti”, ha affermato il sottosegretario alla Difesa Alexandra Baker. La notizia, però, è stata diffusa in un momento complicato per l’amministrazione Biden e rischia di avere pesanti ricadute sul futuro degli aiuti militari a Kiev.

Da settimane, infatti, il Congresso è in stallo per l’opposizione dei repubblicani all’invio di altro materiale bellico al Paese invaso. L’interesse dell’opinione pubblica per la guerra, inoltre, è notevolmente diminuito nel corso degli anni. “Sono certo che la gente avrà delle domande al riguardo. E se non c’è trasparenza, allora sì, sarà un problema”, ha dichiarato la deputata del Gop Deb Fischer, capo della sottocommissione per le forze strategiche del Senato. Le ha fatto eco Josh Hawley, alleato di Donald Trump e da sempre critico verso gli aiuti all’Ucraina, secondo cui “ci troveremo in una situazione come quella dell’Afghanistan o peggio, del Vietnam”, quando ingenti quantità di fondi statunitensi sono stati deviati e carichi di armi sono finite in mani nemiche.

Leave a comment

Your email address will not be published.