«Non ho mai parlato con Tommaso Verdini (foto) di Anas» e «non ho mai pagato nessuno». Le raccomandazioni dei dirigenti? «Chiacchiere». Si difende così davanti al gip l’imprenditore Antonio Veneziano, l’unico degli indagati sulle commesse Anas ad aver risposto nell’interrogatorio di garanzia dopo gli arresti domiciliari che hanno colpito anche Tommaso Verdini, figlio di Denis, il socio Fabio Pileri e altri due imprenditori. La Procura di Roma ipotizza la corruzione, il traffico di influenze e la turbativa d’asta. Per i magistrati gli imprenditori avrebbero pagato consulenze «fittizie» alla Inver di Verdini jr e del socio Pileri, per avere «una corsia preferenziale in Anas» e aggiudicarsi gli appalti. Grazie, dice l’accusa, all’asservimento di tre dirigenti Anas che avrebbero fornito documentazione riservata sulle gare prima che fosse pubblica, favorendo i clienti della Inver. Lo avrebbero fatto in cambio – questa l’utilità della corruzione – di raccomandazioni e promozioni «grazie al peso politico di Denis Verdini». Veneziano invece spiega di non aver mai ricevuto documenti di gara né da Pileri né dai pubblici ufficiali, con cui avrebbe avuto solo contatti sporadici tramite Pileri per questioni «procedurali». «Conosco Tommaso Verdini () non ho mai parlato con lui di problematiche Anas, non ho mai chiesto a Verdini interventi di alcunché». Ma Pileri e Verdini «vi hanno mai detto che si sarebbero spesi presso sedi politiche e istituzionali a favore dei pubblici ufficiali?», chiede il gip. «Mah, a livello di chiacchiere sì, io poi se avessero la capacità concreta, reale, di farle certe cose non lo so», conferma Veneziano. Che di Pileri dice: «È un soggetto particolare, parla parla parla () Non so nemmeno che capacità abbia francamente». Il giudice domanda: «Verdini padre e figlio ostentavano queste cose (la capacità di raccomandare ndr)?». «No» risponde Veneziano. E sulle «chiacchiere» di Pileri aggiunge: «Non gli ho mai dato importanza perché erano tutti momenti di sfogo di Pileri () è un ragazzo fatto così che ostenta () è un bravo ragazzo che qualsiasi problema aveva mi sfogava () mi scriveva alle tre di notte». Insomma le promesse di promozione a sentire Veneziano, sarebbero state solo «chiacchiere», forse millanterie. Il suo legale, Antonio Zecca, ha depositato documentazione per dimostrare che le consulenze pagate alla Inver non erano fittizie.