“Partite le richieste di rimborso”. In centinaia contro Chiara Ferragni

Pene più severe per le finte beneficenze

Il caso Balocco continua a evolversi e dal Codacons arriva la notizia che sono arrivate 250 segnalazioni da parte degli utenti che hanno acquistato il prodotto brandizzato Chiara Ferragni nell’inverno 2022. In realtà le segnalazioni sarebbero molto più numerose e queste sarebbero solo quelle rilevanti ai fini di una class action che l’associazione dei consumatori ha già annunciato di voler lanciare contro l’azienda dolciaria e l’influencer. Il Codacons è ora pronto a fornire tutto il materiale necessario alla procura di Milano, che ha aperto un’indagine per truffa aggravata da minorata difesa a carico di Ferragni e Alessandra Balocco, ad dell’omonima azienda dolciaria.

Il caso del pandoro gate ha consentito di far comprendere meglio questo sistema non controllato che si muove dietro la beneficenza o la finta beneficenza. Aumento dei controlli e pene esemplari per chi commette il reato infame di approfittare dei più deboli“, ha dichiarato il vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Manlio Messina.

Il Codacons sta seguendo con particolare attenzione questo caso, al punto da aver aperto sul suo sito internet un’apposita pagina chiamata “anche tu vittima del pandoro-gate” in cui gli utenti possono inviare le proprie segnalazioni. Nei giorni precedenti l’associazione ha comunicato che chiunque può inviare la propria segnalazione, anche se non è più in possesso dello scontrino che ne dimostri l’acquisto. Tuttavia, chi avesse la possibilità di portare una prova dell’effettivo acquisto, dovrebbe fornirla all’associazione.

La richiesta del Codacons è quella di risarcire i consumatori della differenza di prezzo tra il pandoro brandizzato e quello classico. Infatti, il prodotto a marchio Chiara Ferragni è stato immesso sul mercato a un prezzo superiore ai 9 euro, mentre quello tradizionale Balocco veniva venduto a un costo di poco superiore ai 3.50 euro: si tratta di una differenza di 5.69 euro. Una differenza che ha spinto i consumatori a credere che fosse giustificata dal contributo per beneficenza. Invece, la beneficenza era già stata effettuata da Balocco nel mese di maggio, 6 mesi prima che i prodotti venissero immessi nel mercato. I ricavi del pandoro Ferragni, infatti non erano collegati alla beneficenza, come invece la nota stampa aveva erroneamente comunicato. I presunti danni collegati alla vendita sono stati calcolati in 1.65 milioni di euro.

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