Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l’altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori “l’altro”. Il parlamento è il nuovo Squid Game.
È finita la pacchia per Chiara Ferragni & co… il mondo degli influencer comincia a tremare. L’Agcom si è svegliata e ha stabilito regole chiare per i “giganti” dei social. Per tutti coloro che, grazie a Instagram o Tiktok, hanno costruito una vera e propria fortuna. Un impero messo su grazie al mancato controllo, alla libertà di poter fare qualsiasi cosa. Da oggi in poi gli imprenditori digitali, così li chiamano, dovranno fare i conti con le regole. Fino a ieri mai dettate.
L’autorità per le comunicazioni paragona i profili social a una radio, una tv o un giornale. Proprio come gli editori dovranno salvaguardare i principi fondamentali scritti nel testo unico dei media audiovisivi. Dunque, più responsabilità nei contenuti e meno pubblicità soprattutto se occulta o ingannevole come quella che, secondo la procura di Milano, avrebbe fatto Chiara Ferragni con il suo Pandoro. Era l’ora! Regole che valgono solo per chi ha più di un milione di seguaci (il pubblico medio di un programma di prima serata sulle tv generaliste). Ma vediamole queste regole.
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Entrano nel “radar” del Garante solo gli influencer che parlano italiano. E se facessero sponsorizzazioni in inglese? Beh, in quel caso si rivedranno le regole. Già, perché il garante ha previsto un tavolo permanente sempre aggiornato proprio per seguire il mondo social che, si sa, corre veloce. I video pubblicitari e promozionali dovranno essere sempre presentati come tali. Come per la televisione, gli influencer, dovranno evitare pubblicità occulte e subliminali. Sui video “postati” dovranno, dunque, scrivere “PUBBLICITÀ” a caratteri grandi e leggibili altrimenti multa. Anche salata.
L’Agcom ha stabilito un’ammenda da 258.228 euro per i trasgressori. Non solo, è prevista anche una multa fino a 600 mila euro per chi viola le norme sui minori.
Più controlli per evitare che i follower possano essere truffati e raggirati da uomini impettiti e donne luccicanti che, spesso, vendono finzione. Già, perché la realtà è ben diversa dalla vita che viene mostrata sui social. Una vita finta, fatta di lustrini che, ormai, hanno perso lucentezza.