Il testo della relazione dei vigili del fuoco consegnata in Procura e alla squadra mobile è fredda come le acque del lago di Como quella notte, ma parla chiaro e rivela il calore del coraggio e del cuore. Quelli di Morgan Algeri che ha tentato di liberare se stesso e Tiziana Tozzo, a bordo della Mercedes che sabato sera è finita nel lago a Como, mettendo in atto le manovre previste da queste emergenze e che lui, in quanto pilota e subacqueo conosceva. Purtroppo non è bastato. I due erano riusciti a uscire dall’abitacolo della Mercedes aprendo la portiera sinistra del veicolo (proprio come suggeriscono le procedure: fare entrare l’acqua poco per volta consente infatti di abbassare la pressione esterna al veicolo dopo aver slacciato entrambe le cinture, ndr) ma non ce l’hanno fatta a risalire verso la superficie, uccisi dalla mancanza di ossigeno, dal freddo o da una embolia polmonare.
Lo ha scritto il quotidiano La Provincia di Como citando appunto il contenuto del documento ufficiale dei pompieri che conferma anche che i cadaveri della 45enne mamma comasca di Cantù e del 38enne di Brembate Sopra (Bergamo) sono stati rinvenuti a 15 metri di profondità ed entrambi sul lato sinistro, uno accanto all’altra. L’auto aveva poi il tettuccio in frantumi, probabilmente a causa dell’impatto con il lago o per la pressione dell’acqua.
La relazione cancella infine anche ogni residuo dubbio sull’ipotesi di un gesto volontario per la coppia che si era appena conosciuta ed era al primo appuntamento. Per quale motivo quindi il Suv Mercedes Gis sarebbe finito nel lago? Quella del guasto all’auto al momento sembra l’ipotesi più accreditata. Secondo quanto riferito dalla sorella di Algeri agli investigatori della Mobile di Como infatti l’auto era stata acquistata pochi mesi fa e negli ultimi giorni aveva già dato qualche problema. Non ci sono al momento indicazioni più precise per spiegare l’accaduto ma il problema meccanico è il motivo più credibile. Risolutiva – si spera, per queste due famiglie distrutte dal dolore – dovrebbe rivelarsi quindi la perizia sul computer di bordo. Molto meno probabili a questo punto le ipotesi del malore o dell’errore, della manovra sbagliata.
Secondo le testimonianze infatti l’auto era parcheggiata rivolta verso il lago, a circa tre metri dalla balaustra. I due sono saliti, Algeri ha messo in moto e la vettura è schizzata in avanti al massimo della potenza, sfondando la ringhiera della piazzetta Felice Baratelli dopo aver spostato una pesante panchina in cemento. Non un litigio insomma, non uno screzio tra i due visto che proprio i testimoni presenti e che erano a poca distanza dal Suv, non hanno riferito di alcuna controversia ma solo di un uomo e di una donna che stavano parlando.