Il “no” di Terence Hill e le paure di Stallone: tutti i segreti del film cult Rambo

Il "no" di Terence Hill e le paure di Stallone: tutti i segreti del film cult Rambo

Rambo è il film del 1982 diretto da Ted Kotcheff, tratto dall’omonimo romanzo di David Morrell, che va in onda questa alle 21.21 su Italia 1.

Rambo, la trama

John Rambo (Sylvester Stallone) è un veterano della guerra del Vietnam che, sette anni dopo la fine del suo servizio militare, non è riuscito a scrollarsi di dosso tutti i traumi subiti durante il conflitto bellico. In viaggio per andare a far visita a un vecchio amico che scopre essere defunto a causa di un cancro, Rambo incontra lo sceriffo Teasle (Brian Dennehy), che lo sottopone a una violenza così inaudita che Rambo si trova a rivivere di nuovo gli orrori della guerra, che lo fanno scattare come una macchina programmata per uccidere. Dopo aver messo fuori combattimento i poliziotti corrotti, Rambo cerca rifugio nel bosco poco distante, ma Teasle e i suoi uomini continuano a dargli la caccia, senza sapere che così facendo stanno mettendo a repentaglio la loro stessa vita.

Tutte i segreti dietro la produzione di Rambo

L’iconico abbigliamento di Rambo

Una delle scene più iconiche del film è quella in cui Rambo, che si sta nascondendo dai nemici che vogliono la sua testa, trova un pezzo di tela ridotto male e decide di farne una sorta di copriabito improvvisato. Stando a quello che si legge sul sito dell‘Internet Movie Data Base, però, quel pezzo di tela non era affatto un oggetto di scena creato ad hoc per il film da stilisti e costumisti. Al contrario, era davvero un rifiuto di tela che la produzione aveva trovato nei boschi in cui avevano fatto i sopralluoghi mentre esploravano le location. Dal momento che sembrava davvero adatto al film, la troupe lo tenne e lo fece indossare a Sylvester Stallone. Quest’ultimo rise all’idea che un rifiuto potesse di punto in bianco diventare un preziosissimo oggetto di scena che i collezionisti avrebbero pagato a peso d’oro. Per questo, terminate le riprese, Sylvester Stallone portò con sé questo soprabito del tutto particolare e leggenda vuole che lo conservi ancora oggi, a casa sua.

Rambo fu subito un successo

Oltre ad essere diventato un cult della settima arte, Rambo fu anche un vero e proprio successo commerciale. Nessuno, forse, si aspettava che il film riuscisse ad ottenere un incasso totale di 125.212.904 milioni di dollari – che, nel 1982, era un incasso da capogiro. Il successo, inoltre, fu dettato dal fatto che il film era costato “appena” quindici milioni di dollari.

I cambiamenti del film

Chiunque abbia letto il romanzo di Rambo avrà notato che nella pellicola manca un piccolo ma fondamentale dettaglio riguardo il personaggio di Teasle. Nel romanzo, infatti, viene svelato che il principale motivo per cui Teasle ha del risentimento nei confronti di Rambo è legato a una sorta di “invidia storica”. Questo perché Rambo è un veterano della guerra del Vietnam, che ebbe una risonanza mediatica e culturale enorme, mentre Teasle era un veterano della guerra di Corea, che persino gli statunitensi sembrano aver dimenticato. Teasle, quindi, proietta su Rambo il suo risentimento per essere considerato alla stregua di un veterano di serie B.

La paura di Sylvester Stallone

La prima versione del film, a riprese finite, durava quasi tre ore. Quando Sylvester Stallone la vide ne rimase così deluso che chiese di distruggere tutte le copie e abbandonare il film. Quando questa sua proposta non venne accettata, Stallone chiese allora che venissero tagliate tutte le sue parte e far sì che fossero gli altri personaggi in scena a raccontare la storia. Dietro questi tentativi di Stallone di “tirarsi fuori” dal film c’era la sua paura che quel film che aveva visto potesse rappresentare la fine della sua carriera. Una paura molto solida per Stallone che già in passato era stato sulla soglia della bancarotta e non voleva tornare a quella vita, quando non era un attore di successo. Alla fine, però, dopo una lunga e decisiva fase di montaggio, il film venne ridotto a circa 90 minuti di durata e il suo successo non solo ha confermato il talento di Stallone, ma lo ha reso una leggenda. Questo aneddoto è la dimostrazione di come il montaggio possa davvero salvare un film, cosa che i cineasti di oggi tendono a dimenticare, con film che sono sempre più lunghi e annacquati.

Perché Rambo si chiama così?

Il film con Sylvester Stallone è tratto dal romanzo First Blood scritto da David Morrell. E fu l’autore a scegliere per il suo personaggio il nome Rambo. Ma da dove viene questa ispirazione? Stando a quello che scrive NerdBurger.com, l’autore era ancora alla ricerca del nome da dare al suo protagonista quando si imbatté nella spesa fatta dalla moglie, che conteneva le mele di varietà Rambo, creata dal contadino svedese Peter Gunnarsson Rambo.

Tutti i possibili Rambo

Oggi sarebbe senza dubbio impensabile immaginare un John Rambo che non abbia le fattezze di Sylvester Stallone. Tuttavia, nelle prime fasi della produzione, furono molti gli attori considerati per l’iconico ruolo del veterano di guerra che si fa giustizia da solo. Come riporta Coming Soon, lo studio aveva dato indicazioni precise sul casting ideale che avrebbe voluto protare sul grande schermo. Il ruolo principale sarebbe dovuto andare a Kris Kristofferson, mentre Gene Hackman avrebbe interpretato lo sceriffo Teasle e Lee Marvin il colonnello Trauman. A un certo punto della produzione, però, sembrava che l’attore più quotato a interpretare John Rambo fosse addirittura Al Pacino. L’attore di Scarface, però, aveva messo come condizione il fatto che Rambo fosse ancora più folle di quanto già non apparisse nella sceneggiatura iniziale. Quando la sua richiesta fu respinta, Al Pacino decise di tirarsi indietro. E a quel punto subentrò Sylvester Stallone.

Troppa violenza per Terence Hill

Tra i tanti attori che vennero consultati per interpretare il ruolo di Rambo ci fu anche il “nostro” Terence Hill. Tuttavia l’attore scelse di rifiutare la parte perché, come scrive Ciak Magazine, non si sentiva a suo agio nell’interpretare un personaggio come Rambo, così profondamente immerso in una violenza senza fine. L’attore raccontò il suo rifiuto con queste parole: “Fu una scelta sofferta, ma stavo facendo i film con Bud Spencer. Ero a Los Angeles, avevo un grandissimo produttore nonché uno degli agenti più prestigiosi: mi dicevano che se non avessi accettato la mia carriera sarebbe finita. lo, alle cinque di mattina, sono montato in auto con mia moglie e i miei due figli piccoli e sono sparito senza dire nulla a nessuno.”

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