Il juke-box progressista è tornato a diffondere la solita musica. E il ritornello stonato, ormai, sappiamo tutti come fa. Ad azionare il mangiadischi è stata oggi Elly Schlein, che a cinque mesi dalle europee ha fatto scattare l’allarme del fascismo (immaginario) alle porte. Nulla di nuovo e nulla di cui stupirsi. Quando si avvicinano gli appuntamenti elettorali, infatti, i dem agitano puntualmente lo spauracchio nero per polarizzare le opinioni e racimolare qualche voto in più. Era accaduto anche alla vigilia del 25 settembre 2022, quando la sinistra adombrò il rischio di una deriva illiberale nel caso avesse vinto Giorgia Meloni. Ovviamente gli elettori non abboccarono all’amo e la leader di Fratelli d’Italia approdò trionfante a palazzo Chigi.
Ora Elly Schlein si appresta a replicare l’errore, forse senza nemmeno rendersene conto. “La nostra sfida è quella di mobilitarci per fermare l’onda nera“, ha affermato la leader del Pd alle odierne commemorazioni per il compiato David Sassoli. Poi, chiamando in causa quest’ultimo, ha aggiunto: “Non poteva immaginare quanto nera e lugubre fosse questa onda di nazionalismo“. Nel suo intervento l’ex eurodeputata ha preso spunto dal recente dibattito d’attualità su Acca Larentia, fomentato peraltro dalla stessa sinistra e trasformato in un pretesto per attaccare impropriamente il governo Meloni. “I saluti romani, le adunate fasciste, i deputati pistoleri ci portano a dire che il fascismo non è un’opinione ma un reato“, ha sentenziato Elly.
Così, è idealmente partita la corsa al voto nel nome dell’antifascismo militante presentato come soluzione alla presunta “onda nera” in agguato. Questa rappresentazione a tinte fosche, tuttavia, ci sembra un segnale abbastanza eloquente della distanza che continua a separare i partiti progressisti dall’elettorato. Checché ne dica Elly Schlein, infatti, i cittadini non sono preoccupati per l’avanzare di un fascismo che per fortuna non c’è, ma sono piuttosto in apprensione per temi assai più concreti: il lavoro, le tasse, l’inflazione alle stelle e gli euro-diktat che impattano sui conti a fine mese di ogni famiglia. Invece di paventare pericoli inesistenti, la leader Pd dovrebbe piuttosto spiegare agli italiani quali soluzioni intende offrire a quelle problematiche con il proprio partito.
Ma è pur vero che i socialisti europei (dei quali il Pd fa parte) sono i protagonisti dell’attuale impostazione fallimentare delle politiche di Bruxelles. Dunque, almeno in questa fase, meglio non ricordare ai cittadini le inadempienze del progressismo Ue. E allora, ecco servita la mobilitazione “per fermare l’onda nera“, puntuale come non mai. A nostro avviso, solo fumo negli occhi: avanti compagni, l’Europa rossa trionferà.