Una linea di capi d’abbigliamento realizzata in collaborazione con i migranti ospiti dei centri di accoglienza temporanea situati in Bosnia – Erzegovina, per un’iniziativa provocatoria che secondo Fratelli d’Italia minimizzerebbe il problema dell’immigrazione clandestina (rappresentandone anzi un inno). E su queste basi, il partito ha puntato il dito contro il Polimoda di Firenze, non risparmiando nemmeno una “stoccata” alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Questa la polemica sorta nel capoluogo della Toscana, dove qualche ora fa si è chiusa l’ultima edizione di Pitti Immagine Uomo. La rassegna di abbigliamento ed accessori maschili porta da decenni nel capoluogo fiorentino numerosi espositori ed ancor più visitatori da tutta Italia (e non solo) e ha spesso anticipato le tendenze della stagione successiva, in termini di moda. Non è raro quindi vedere esposti fra i vari padiglioni vestiti sui generis e talvolta sopra le righe.
Fra le proposte più particolari c’era a quanto pare quella del Polimoda, che ha lanciato il progetto “No Nation Fashion”: gli abiti di questa collezione sarebbero stati realizzati con l’ausilio dei migranti dei centri d’accoglienza della Bosnia, per una linea di abbigliamento che lancerebbe dunque un chiaro messaggio politico. E la sezione locale di Fratelli d’Italia non ha affatto gradito, a quanto sembra. “A Pitti, in anteprima, un progetto per “No Nation Fashion”, etichetta sotto cui il Polimoda ha realizzato abiti insieme a migranti dei centri di accoglienza temporanea in Bosnia. Siamo al delirio immigrazionista: una roba di un pietismo imbarazzante, oltreché un inno all’immigrazione clandestina sulla rotta balcanica di pessimo gusto – ha commentato Alessandro Draghi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, in una nota – per più motivi: con la scusa dell’inclusione e dell’integrazione si vuole minimizzare il problema migratorio e i riflessi negativi che ha in tutte le nazioni europee e nelle nostre città. E poi appare veramente un ossimoro parlare di brand e di alta moda nei campi di accoglienza in Bosnia ed Erzegovina, dove mancano anche i beni primari”.
E l’esponente di FdI ha concluso con una battuta di spirito, “punzecchiando” anche la segretaria nazionale del Partito Democratico. “Ormai, anche la moda italiana, simbolo assoluto di lusso nel mondo, parla la stessa lingua della Schlein e forse della sua armocromista: il radical chic – ha chiosato Draghi – detto questo, non dimentichiamo che il Polimoda negli ultimi anni ha avviato progetti interessanti e significativi. Ma stavolta ci pare abbia preso una cantonata mondiale. Anzi, terzomondista”.