“Siamo innocenti, fiducia nella giustizia”: ora Rosa e Olindo credono alla revisione

“Siamo innocenti, fiducia nella giustizia”: ora Rosa e Olindo credono alla revisione

A diciassette anni dalla strage, si riapre il caso di Erba. Il prossimo 1 marzo si torna in aula davanti ai giudici della seconda sezione della corte d’appello di Brescia, chiamati a valutare se prendere in considerazione le nuove prove contenute nelle tre diverse richieste (poi riunite) di revisione del processo per il quale sono stati condannati all’ergastolo in via definitiva Rosa e Olindo. I coniugi sono stati dichiarati colpevoli dell’omicidio di Raffaella Castagna, del figlio Youssef, della madre Paola Galli e della vicina Valeria Cherubini. Si riaccenda la speranza per Rosa e Olindo, che hanno inviato una lettera al Tg1 per fornire la loro versione.

“Sono 17 anni che non abbiamo diritto di parola che nessuno ascolta quello che noi diciamo ad alta voce dal 10 ottobre 2007 quando abbiamo ritrattato le nostre false confessioni”, l’esordio di Rosa e Olindo nella missiva: “Per la maggior parte dei giornalisti siamo dei mostri e basta. Non importa se per convincere l’opinione pubblica sono state diffuse bugie di ogni tipo. L’ultima notizia falsa è uscita due giorni fa e si riferisce alle sue impronte digitali che sarebbero state rinvenute sul quadro elettrico di casa Castagna, una circostanza smentita dagli atti”.

Secondo i coniugi, loro sono stati il capro espiatorio della strage di Erba: le autorità se la sono presa con due persone che non sapevano come difendersi e che all’inizio hanno avuto un avvocato d’ufficio rimasto in silenzio durante gli interrogatori. “È troppo brutto far uscire la verità che può trattarsi di criminali che hanno fatto tutto questo per la droga?”, il j’accuse della coppia. Rosa e Olindo si sono poi soffermati sulle confessioni poi ritrattate, invitando gli ascoltatori a mettersi al loro posto. Arrestati all’improvviso, in carcere per due giorni senza capire niente, fino all’istigazione a confessare: “Poi all’improvviso, arrivano quei due carabinieri che con la scusa di prendere di nuovo le impronte digitali mi hanno fatto una testa così, dicendo che era meglio confessare perché avremmo avuto un forte sconto di pena, come succede ai pentiti di mafia”, il racconto di Olindo.

Tutti i particolari della terribile strage di Erba erano stati resi noti sia dalla televisione, sia dal provvedimento di fermo, ma non solo. Rosa e Olindo hanno evidenziato che nel corso degli interrogatori sono state mostrate le foto della scena del crimine. Olindo, autore materiale della lettera, ha concluso con un messaggio di speranza e con un pensiero alle vittime della brutale violenza dell’11 dicembre 2006: “Avrei tanto da dire signor direttore, intanto la ringrazio per l’attenzione e le chiedo solo una cosa, di riferire che noi, Olindo e Rosa, siamo innocenti, che continuiamo ad avere fiducia nella giustizia e che non passa giorno che non pensiamo a quelle povere vittime di una strage che è ancora senza colpevoli”.

Leave a comment

Your email address will not be published.