Sven Goran Eriksson ha il cancro. È stato lo stesso ex allenatore di Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio a rivelarlo alla radio svedese P1: “Tutti avevano capito che non stavo bene, immaginavano fosse cancro e lo è. Devo lottare finché potrò”.
Lo svedese, 75 anni, ha spiegato la prognosi data dai dottori: “Nel migliore dei casi un anno o anche di più, nel peggiore anche meno. In realtà nessuno può esserne sicuro con certezza, è meglio non pensarci. Puoi in qualche modo ingannare il tuo cervello, pensare positivo e vedere le cose nella maniera migliore, non perderti nelle avversità, perché questa ovviamente è la più grande di tutte, ma ricavarne comunque qualcosa di buono da questa esperienza”.
Il tutto è avvenuto in maniera repentina, prima un malore poi la scoperta choc: “Sono collassato improvvisamente mentre facevo una corsa di cinque chilometri, dopo un consulto medico ho scoperto di avere avuto in ictus e che avevo già un tumore. Non so da quanto tempo, forse un mese, forse un anno”. Nel febbraio 2023 Eriksson si era dimesso da direttore sportivo del Karlstad, club svedese di terza divisione, per problemi di salute: “Ho scelto di limitare i miei incarichi pubblici a causa di problemi di salute sui quali sto indagando”, aveva detto senza dare ulteriori precisazioni.
La carriera e i trionfi
18 trofei in bacheca e una carriera da girovago in giro per il mondo ma soprattutto tanta Serie A. Probabilmente nessun altro come Eriksson ha formato e influenzato scuole di pensiero nel calcio moderno. In Italia l’ha fatto a più riprese. Prima nel 1984, eredita la Roma di Liedholm, ancora scossa dalla maledetta finale persa ai rigori contro il Liverpool. L’avventura giallorossa è “segnata” dall’incredibile sconfitta contro il Lecce già retrocesso alla penultima giornata, mentre era in testa a pari punti con la Juventus, poi vincitrice del campionato.
Si rifarà molti anni dopo sull’altra sponda del Tevere, portando la Lazio a vincere il secondo scudetto della storia, grazie ad un incredibile rimonta ai danni della Juve, festeggiando il titolo all’Olimpico con la sconfitta dei bianconeri nel diluvio di Perugia. C’è un filo conduttore unico, lungo tutte le squadre allenate da Eriksson. Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio. In crescendo. La base tattica: difesa a quattro, pressing aggressivo, spinta sugli esterni. Lo svedese ha vinto anche 4 Coppe Italia – un record condiviso con Allegri e Mancini. Due con la Lazio, una con Sampdoria e Roma.
Ma non solo in carriera ha vinto due Coppe nazionali e un campionato svedese con il Goteborg, tre titoli portoghesi, una Coppa e una Supercoppa con il Benfica e una Supercoppa Italiana con la Lazio. In Europa, invece, vanta la Coppa Uefa con il Goteborg e due trofei internazionali con i biancocelesti, la Supercoppa Europea del 1999 e la Coppa delle Coppe dello stesso anno, in finale contro il Maiorca. Dal 2001 al 2006 ha guidato anche l‘Inghilterra, poi anche Messico, Costa d’Avorio e infine le Filippine, prima del ritorno in Svezia al Karlstadt. L’ultima avventura di una lunghissima e vincente carriera.