“Erano terroristi”. Le prove che inchiodano i due giornalisti uccisi dalle Idf

"Erano terroristi". Le prove che inchiodano i due giornalisti uccisi dalle Idf

Nuove informazioni diffuse dalle Idf potrebbero spiegare l’uccisione dei due giornalisti, Hamza Wael al-Dahdouh e Moustafa Thuraya, avvenuta il 7 gennaio. Le forze israeliane hanno condiviso sul loro profilo di X quello che sembrerebbe un documento ufficiale di Hamas in cui figura il nome del figlio del capo di Al Jazeera nella Striscia, inserito in un elenco di ingegneri elettronici al servizio della Jihad islamica palestinese. Stando a quanto riportato dall’esercito, al-Dahdouh avrebbe ricoperto anche il ruolo di vicecomandante del battaglione Zeitun, sempre parte dell’organizzazione alleata di Hamas, e pare che Thuraya fosse un sottufficiale della brigata schierata a Gaza City dal gruppo che governa l’exclave.

Il loro veicolo sarebbe stato preso di mira dall’aviazione vicino a Rafah perché i due erano stati identificati dai soldati come operatori di velivoli senza pilota. “Prima dell’attacco, entrambi pilotavano droni che rappresentavano una minaccia imminente per le truppe israeliane”, ha affermato l’esercito in un comunicato stampa. “L’intelligence militare ha confermato che i due deceduti erano membri di organizzazioni terroristiche con sede a Gaza e attivamente coinvolti in attacchi contro le forze israeliane”. Queste informazioni non sono state confermate da fonti indipendenti.

La morte dei due giornalisti è stata duramente condannata dal governo di Hamas, che ha sollecitato “i sindacati della stampa e dei media, gli enti legali e le organizzazioni per i diritti umani a condannare questo crimine e a denunciare la sua reiterazione da parte dell’occupante”. I terroristi hanno affermato che Israele li ha uccisi di proposito per “terrorizzare” i colleghi, affinché smettano di fornire notizie da Gaza. Da parte sua, Al Jazeera ha accusato Tel Aviv di “violare i principi della libertà di stampa”. Sulla questione è intervenuto anche il segretario di Stato americano Antony Blinken durante la sua visita in Qatar, definendola “una tragedia inimmaginabile”.

Oltre a al-Dahdouh e Thuraya, il 7 gennaio è stato ucciso in un raid israeliano su Gaza City anche Ali Salem Abu Ajwa, fotoreporter e nipote del fondatore di Hamas Ahmed Yassin, padre spirituale del movimento fino alla sua eliminazione da parte di Israele nel 2004. In totale, dall’inizio del conflitto sono morti 80 giornalisti e professionisti dei media tra Stato ebraico, territori palestinesi e Libano. La maggior parte delle vittime lavorava a Gaza ed è rimasta coinvolta nei pesanti bombardamenti che hanno preceduto l’inizio delle operazioni di terra.

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