Carceri, Giachetti e Bernardini verso sciopero della fame

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“Cominciamo il grande Satyagraha tanto caro a Marco Pannella, che significa la forza della verità, con uno sciopero della fame che, a partire dalla mezzanotte del 23 gennaio, porteremo avanti, speriamo, insieme a tante altre persone”. Lo ha annunciato Rita Bernardini, presidente di Nessuno tocchi Caino, durante una conferenza stampa tenutasi oggi alla Camera sul tema del sovraffollamento carcerario.

Il deputato renziano Roberto Giachetti, che parteciperà all’iniziativa della Bernardini, presenterà una proposta di legge volta ad intervenire sull’istituto della “liberazione anticipata speciale”, ossia sull’aumento da 45 a 75 dei giorni da scontare dalla detenzione. L’obiettivo di Giachetti è aprire “una finestra di dialogo con la Meloni non per uno svuotacarceri ma perché in carcere ci stia chi ci deve stare, nello spirito della Costituzione”. Secondo l’associazione Nessuno Tocchi Caino nelle 189 carceri italiane, la capienza, mediamente, è superata del 127%, in 102 di queste si va oltre il 150%. Inoltre, attualmente, ci sono 60.166 detenuti per una capienza effettiva di 47.540 posti a fronte di 3.640 celle inagibili. La soluzione, secondo la Bernardini “non può essere la costruzione, come affermato da Meloni, di altre carceri che poi, va detto, con quale personale si coprono?”. Che aggiunge:“Tra pianta organica ed effettivi, il personale presente è la metà di quanto necessario”. Giachetti, invece, incalza: “Il governo vara il decreto Sicurezza che anziché depenalizzare – facendo diminuire eventualmente la pressione sulle carceri – introduce 15 nuovi reati… Una vera e propria fabbrica di reati”.

Maria Elena Boschi, invece, nel suo intervento, ha sottolineato che “sono ancora troppe le persone che non dovrebbero essere in carcere e che troppo spesso subiscono esiti drammatici” e ha invitato i colleghi parlamentari a visitare almeno una volta le carceri italiane. “Aiuterebbe ad assumere decisioni con maggiore consapevolezza e a scegliere le persone giuste per i giusti incarichi”, ha detto riferendosi soprattutto a ruoli molto delicati “quelli del capo del Dap e del garante dei detenuti, che ci auguriamo possa svolgere l’incarico con l’indipendenza che ci si aspetta”. La Boschi, infine, si è rivolta al ministro Nordio “affinché valuti se sia corretto che la delega alla polizia penitenziaria sia affidato al sottosegretario Delmastro. Secondo la deputata di Italia Viva “serve una persona con una postura istituzionale diversa per gestire un corpo di polizia che svolge un ruolo importante in modo non personalistico e familistico come fa invece DelMastro”.

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