Per Washington e Londra la linea rossa sarebbe ormai superata: sarebbe infatti giunto il momento di attaccare i ribelli Houthi come rappresaglia alle azioni di disturbo che i ribelli yemeniti non accennano a interrompere nello scenario mediorientale. Oltre a minare la sicurezza dell’area, già percossa da altre turbolenze, gli attacchi alle navi mercantili nel Mar Rosso stanno avendo un grave impatto sul traffico globale di container marittimi, con volumi in calo di quasi il 70% rispetto al previsto (dati Kiel Institute for the World Economy). La deviazione delle navi attorno al Capo di Buona Speranza in Africa, infatti, prolunga di almeno venti giorni i tempi delle spedizioni che coprono la rotta tra i centri di produzione in Asia e i consumatori europei
Le rivelazioni del Times e del Wsj: l’attacco agli Houthi si avvicina
Questi sono almeno i rumors trapelati attraverso il Times, secondo cui il governo britannico starebbe tenendo una riunione di gabinetto plenaria in vista di possibili raid aerei contro i ribelli dello Yemen. Lo riferisce il ‘Times’. Il quotidiano britannico afferma che ci sono piani per obiettivi Houthi, comprese basi e imbarcazioni. La notizia sembrerebbe trovare conferma anche nelle fonti del Wall Street Journal, che riferisce di diplomatici occidentali che avrebbero riferito alle compagnie di navigazione operanti nell’area che gli attacchi probabilmente prenderanno di mira le città di Hodeidah e Hajjah, e forse anche la capitale Sanaa, controllata dagli Houthi. I ribelli, temendo a momenti la rappresaglia, avrebbero di conseguenza spostato parte dei loro arsenali. La fonte di Whiteall ha riferito che la risposta sarebbe limitata ma significativa e potrebbe coinvolgere velivoli britannici come i Typhoons, di stanza presso la base RAF di Akrotiri a Cipro.
Le riunioni al vertice a Londra
Trova conferma, invece, la notizia del premier britannico, Rishi Sunak, che ha convocato una riunione del governo. Secondo quanto rivela il Times, il meeting si è svolto questa mattina a livello del comitato delle emergenze Cobra seguita da una del consiglio di Sicurezza Nazionale. Le riunioni sono state convocate dopo che le forze navali americane e inglesi hanno distrutto “multipli droni d’attacco” lanciati dagli Houthi, in quello che è stato definito il più massiccio attacco lanciato dalle forze ribelli. Il ministro della Difesa di Sua Maestà, Grant Shapps, ha avvisato che verranno adottate nuove azioni se gli attacchi continueranno, mentre cresce la preoccupazione per l’eventuale blocco di una rotta commerciale fondamentale come quella bersagliata dagli attacchi.
Il “no comment” sugli Houthi di Washington
Tuttavia, gli Stati Uniti al momento manterrebbero un certo riserbo sulle prossime mosse: “Non starò ad anticipare le nostre mosse in un senso o in un altro. Faremo quello che dobbiamo fare per contrastare e sconfiggere queste minacce che gli Houthi continuano a rivolgere alla navigazione commerciale sul Mar Rosso“. Così John Kirby, portavoce del consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, ha risposto alla domanda sulle voci riguardo intensificarsi dei preparativi per raid Usa e degli alleati contro i ribelli Houthi nello Yemen.
A fargli eco il portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, parallelamente alle prese con l’Austin-gate, che non ha voluto commentare le notizie che arrivano dalla stampa britannica rispetto ad una potenziale azione contro i ribelli Houthi. “Non anticiperò o farò speculazioni su ogni potenziale operazione futura – ha detto rispondendo ai giornalisti – credo che la dichiarazione di diverse nazioni riguardo al fatto che vi saranno conseguenze, se non finiranno gli attacchi, parli da sola. E qui mi fermo“. Secondo quanto reso noto dall’US Central Command (Centcom) i ribelli Houthi hanno condotto 27 attacchi contro navi commerciali in rotta sul Mar Rosso a partire dallo scorso 19 novembre.