Il Partito democratico si è spaccato sull’invio delle armi in Ucraina. Il presidente del Copasir ed ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini si è smarcato dalle indicazioni del suo partito e ha votato a favore dei punti delle risoluzioni presentate dalla maggioranza di centrodestra e da Azione, Italia Viva e Più Europa, che prevedevano la proroga di invio di equipaggiamento bellico a Kiev. L’esponente dem si è anche espresso contro l’impegno del testo presentato dal Movimento 5 Stelle sulla diminuzione delle spese legate alla Difesa. Il Partito democratico si è astenuto in entrambi i casi.
“Sono stato coerente con quanto ho sempre fatto da ministro, ho firmato cinque decreti”, ha spiegato Guerini ai cronisti in Transatlantico. Sulle sue stesse posizioni anche le deputate del Pd Marianna Madia e Lia Quartapelle, a cui è andato il plauso del capogruppo di Iv alla Camera Davide Faraone. “Il solito fritto misto del Pd alla Camera sull’Ucraina. Il gruppo di Elly Schlein si astiene sia sulla mozione di Italia Viva-Azione-Più Europa che su quella del M5S che chiede lo stop dell’invio di armi. In pratica sostengono una posizione (molto simile alla nostra, tanto che noi l’abbiamo votata) e l’esatto contrario. Bravi Lorenzo Guerini, Lia Quartapelle e Marianna Madia per la loro coerenza”, ha scritto il deputato sui social network.
Durante la comunicazione all’Aula del ministro Crosetto, la Camera ha approvato la risoluzione della maggioranza che impegna il governo a “sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito Nato e Ue nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorità governative dell’Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”. Il testo è stato votato per parti separate su richiesta del M5S e ha ottenuto 190 pareri favorevoli, 49 contrari e 60 astenuti. Approvato anche il documento unitario presentato dai “centristi” di Azione-Iv-Più Europa e quello del Pd, in quest’ultimo caso grazie all’astensione della maggioranza.
Da quanto si apprende, infatti, il governo aveva proposto al partito democratico il “sì” reciproco alle risoluzioni. “L’obiettivo del governo era quello di dare un’immagine di compattezza ma nel Partito democratico hanno deciso per l’astensione”, ha spiegato un esponente dell’esecutivo. L’Italia, dunque, resta in prima linea nel blocco di Paesi che continuano a sostenere lo sforzo bellico ucraino. Il governo ha da poco dato il via libera all’ottava trance di aiuti militari e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito più volte la volontà del suo esecutivo di rimanere al fianco di Kiev, in un momento critico in cui il supporto internazionale al Paese invaso si sta riducendo.